Relazioniamoci podcast di Antonio Quaglietta
Antonio Quaglietta
Un podcast dedicato a chi vuole aumentare consapevolezza e libertà per accrescere il proprio benessere. Un percorso di scoperta per conoscere meglio te stesso ed esprimere il tuo potenziale.
Ogni puntata mira a sviluppare i quattro elementi fondamentali per una vita gioiosa: consapevolezza, responsabilità, probelm solving e comunicazione efficace con se e con gli altri.
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Episodio 313 - Come superare la depressione SECONDA PARTE
Relazioniamoci podcast di Antonio Quaglietta
10/18/24 • 38 min
Vediamo alcuni punti importanti:
• Stile di vita sano: alimentazione, esercizio fisico, sonno adeguato. In particolare, il sonno adeguato è fondamentale; privarsi di ore di sonno ci fa stare male; va ad influire sull’umore, sulle capacità di reagire, sulla gestione dello stress e della memoria, delle emozioni.
• Tecniche di rilassamento, mindfulness e meditazione: anche queste tecniche possono influire in modo positivo nella nostra vita in modo da prevenire stati depressivi.
• Coltivare relazioni sociali e intime: la mancanza di relazioni intime molto spesso porta a stati depressivi; non si tratta di relazioni sessuali; l’intimità è la capacità di creare un ambiente in cui ci sentiamo liberi di essere noi stessi, in cui possiamo sentirci liberi, in cui togliamo le maschere. Come? Mantenere contatti continui e regolari con amici e familiari; sviluppare relazioni intime significative.
• Hobby e attività gratificanti: dedicare tempo a passioni e interessi personali ed esplorare nuove attività.
Ma come si affronta la depressione?
A seconda del livello di gravità vi sono delle strategie che possono aiutarci ad affrontare la depressione.
• Per la depressione lieve, possiamo innanzitutto introdurre cambiamenti nello stile di vita; chiedere un supporto psicologico e sociale.
• Per la depressione moderata è necessario affrontare una terapia psicologica che può anche prevedere l’uso di farmaci e che richiede anche la partecipazione a gruppi di supporto.
• Per le forme gravi è necessario un trattamento integrato di farmaci e terapia in un rapporto terapeutico continuo e imparare a gestire le crisi.
Episodio 312: Come superare la depressione - PRIMA PARTE
Relazioniamoci podcast di Antonio Quaglietta
10/18/24 • 17 min
Vediamo alcuni punti importanti:
• Stile di vita sano: alimentazione, esercizio fisico, sonno adeguato. In particolare, il sonno adeguato è fondamentale; privarsi di ore di sonno ci fa stare male; va ad influire sull’umore, sulle capacità di reagire, sulla gestione dello stress e della memoria, delle emozioni.
• Tecniche di rilassamento, mindfulness e meditazione: anche queste tecniche possono influire in modo positivo nella nostra vita in modo da prevenire stati depressivi.
• Coltivare relazioni sociali e intime: la mancanza di relazioni intime molto spesso porta a stati depressivi; non si tratta di relazioni sessuali; l’intimità è la capacità di creare un ambiente in cui ci sentiamo liberi di essere noi stessi, in cui possiamo sentirci liberi, in cui togliamo le maschere. Come? Mantenere contatti continui e regolari con amici e familiari; sviluppare relazioni intime significative.
• Hobby e attività gratificanti: dedicare tempo a passioni e interessi personali ed esplorare nuove attività.
Ma come si affronta la depressione?
A seconda del livello di gravità vi sono delle strategie che possono aiutarci ad affrontare la depressione.
• Per la depressione lieve, possiamo innanzitutto introdurre cambiamenti nello stile di vita; chiedere un supporto psicologico e sociale.
• Per la depressione moderata è necessario affrontare una terapia psicologica che può anche prevedere l’uso di farmaci e che richiede anche la partecipazione a gruppi di supporto.
• Per le forme gravi è necessario un trattamento integrato di farmaci e terapia in un rapporto terapeutico continuo e imparare a gestire le crisi.
Episodio 270 - La pace possibile: costruisci la tua pace per portarla nel mondo
Relazioniamoci podcast di Antonio Quaglietta
11/24/23 • 60 min
Nel mondo in cui viviamo e nel modo in cui viviamo spesso la pace interiore può sembrare un miraggio lontano.
Qual è la via della pace? Come possiamo costruire la pace?
Spesso il conflitto nasce dalle barriere, nasce dall’invidia e genera emozioni negative; il dialogo senza dubbio è una via di pace. La vita interiore plasma la realtà che ci circonda e se c’è la pace è frutto di una interiorità che riesce a esprimersi bene. Quando vediamo la guerra è un orrore, ma è come i sintomi di una malattia, c’è sempre un problema sotto. Bisogna curare ed occuparsi di ciò che c’è nel profondo, a livello sociale, ma anche personale. La malattia è una malattia che nasce dal conflitto interno. E la guerra che abbiamo dentro è uno specchio di quello che poi portiamo fuori, nelle nostre relazioni.
Finchè ci sono conflitti interni, ci saranno sempre conflitti esterni.
Per poter iniziare a risolvere i conflitti esterni è necessario partire da quelli interni.
Fino a che punto è possibile pacificarsi per portare pace?
Il cammino per la pace è un cammino sempre attivo, ma è un cammino lento che riguarda la capacità di convivere con quello che si è.
La pace richiede la capacità di lasciarsi bucare anche dalle spine, ovvero dalle proprie sofferenze, accettando ciò che siamo, cercando di non far male agli altri e accettando che anche gli altri possano avere le loro sofferenze.
Per portare la pace dobbiamo guardare quando non siamo pacifici, capire dove andare a lavorare con noi stessi.
Costruire la pace parte proprio dall’accettazione di noi stessi e degli altri. La pace a cui arrivare è più un educare. Non può essere pace come assenza di guerra perché impongo il mio dominio (il nostro ego vuole imporre il suo potere-dominio), ma è la pace come “porgere l’altra guancia”, non è sottomettersi, ma è semplicemente non ripiegarsi su se stessi e non pretendere la ragione.
I passi della maturità spirituale partono dalle regole e arrivano ai valori e quindi ad incarnare questi valori.
Qual è il cammino per progredire sul cammino della pace? Silenzio, preghiera e meditazione sono strumenti importanti e imprescindibili. Questo vuol dire auto-osservarsi. Più osservo me stesso e meno cado in dinamiche di guerra.
Un altro passo importante è iniziare a praticare la compassione.
Episodio 265 - Relazioni felici in pratica: come costruire legami sani e nutrienti
Relazioniamoci podcast di Antonio Quaglietta
10/20/23 • 69 min
La relazione autentica non è misurata dal tempo trascorso insieme, ma dalla profondità dell’eco che lascia nell’anima.
Per poter fare una valutazione rispetto alle nostre relazioni, se siano sane e nutrienti o tossiche e distruttive, il primo elemento da tenere in considerazione è comprendere quale parte di noi compie questa valutazione, cioè se è il nostro ego o la nostra parte adulta e animica.
L’ ego ha i suoi criteri per dire che una relazione è sana che sono semplici, ma che non ci consentono di stare bene davvero, in quanto prevalentemente basati su pretese.
Quali sono i criteri dell’anima? Che cosa è che ci fa stare bene davvero?
Una relazione sana ha bisogno di connessione emotiva.
In cosa consiste la connessione emotiva? Eccone i punti principali:
• comprensione reciproca, ovvero la capacità di esprimere i propri sentimenti cercando di farsi comprendere dall’altra persona e di ascoltare i sentimenti degli altri;
• apertura emotiva: capacità di mostrare le proprie emozioni, nonostante il timore del giudizio;
• curiosità verso l’altro: cioè avere attenzione e desiderio a conoscere l’altro;
• benessere condiviso: stiamo bene quando stiamo insieme?
• Apprendimento condiviso: quanto andiamo avanti insieme? quanto cresciamo insieme? C’è scambio?
• Presenza interiorizzata: sentire che dentro abbiamo le persone a cui vogliamo bene, anche quando non sono fisicamente con noi.
Ma come si fa ad arrivare a questo livello di connessione emotiva?
• Dialogo sincero: io sento...io penso...
• Essere veri: mostrarsi per ciò che siamo, ciò che sentiamo, ciò che pensiamo...significa non fingere
• Empatia attiva: mi impegno attivamente a sentire e capire come sta l’altro
• Momenti condivisi: momenti in cui si vive davvero un’esperienza insieme
• Fiducia condivisa: la possibilità di fidarsi dell’altro;
• Rispetto dell’alterità: valorizzare e accettare le peculiarità dell’altro e comprendere che l’altro sente in modo diverso da me, pensa, crede, agisce in modo diverso da me e questo va rispettato.
• Dedizione alla relazione: mettere impegno, energia e voglia in una relazione.
Episodio 302 - L'arte delle buone relazioni
Relazioniamoci podcast di Antonio Quaglietta
08/02/24 • 70 min
Altrettanto spesso, però, ci aspettiamo che siano gli altri a soddisfare questi requisiti.
Il punto da cui partire è chiederci quale parte di noi entra in relazione con l'altro.
E' la parte adulta o quella egoica?
Quale parte di noi si relaziona con l’altro?
A seconda di quale parte si relaziona, cambiano le relazioni.
Le buone relazioni sono quelle in cui si vuole il confronto; questa è la parte adulta. Dall’altro lato c’è la parte bambina che vuole conferme. Nelle buone relazioni vogliamo prenderci cura dell’altro; la parte bambina però richiede/pretende attenzione e soddisfazione dei propri bisogni.
Le relazioni sono sempre dinamiche e non devono essere rigide e ferme.
Nelle buone relazioni funziona la comunicazione aperta, mentre nelle relazioni infantili si può parlare di manipolazione emotiva.
Come capire se siamo nel sé inferiore? Innanzitutto bisogna riconoscere il nostro ego. Comprendere quando scatta il nostro ego, con chi, in quale situazioni; imparare poi gradualmente ad integrarlo.
Fiducia e libertà sono altre due caratteristiche del nostro sé superiore, cioè quelle parti di noi adulte che tendono a relazioni sane; dall’altro lato troviamo il senso del possesso e del controllo.
Ognuno di noi ha dentro tutte queste spinte. Dobbiamo toglierci l’ideale delle buone relazioni e comprendere che anche le buone relazioni sono un arte: richiedono impegno, cura, attenzione, sforzo.
Episodio 296 - Comunicazione senza giudizio: è possibile?
Relazioniamoci podcast di Antonio Quaglietta
06/14/24 • 59 min
In che modo la comunicazione va utilizzata? Come si può superare il giudizio degli altri?
Spesso parliamo del giudizio dal punto di vista di chi è giudicato. Ma qual è il punto di vista di chi giudica?
Oggi sembra andare molto di moda la frase “io dico tutto quello che penso”, ma questo implica una grande responsabilità e occorre farsi delle domande.
Quando sentiamo la spinta a dire per forza qualcosa, possiamo chiederci: il mio pensiero è giusto? Cosa provoca nell’altro? L’altro è pronto a ricevere il mio pensiero? L’altro ha chiesto un mio pensiero o un giudizio?
Le parole sono come un coltello affilato, quindi è necessario saperle usare. Occorre prestare attenzione a come diciamo le cose; non si tratta di mentire ma di maneggiare con cura la nostra comunicazione.
La parola è un arma, è una forma di potere. Forse oggi il più grande potere che abbiamo è proprio nella parola, anche attraverso la comunicazione di massa.
Quando noi comunichiamo ed esprimiamo un giudizio, di chi è la responsabilità? È di chi giudica o di chi reagisce al giudizio? Ma cosa è il giudizio?
Non è dire ciò che si pensa, non ha niente a che vedere la verità. È uno strumento di una nostra parte egoica che non è adulta e vuole eliminare ciò che le ricorda le sue mancanze. Quando siamo pieni interiormente non abbiamo il tempo di giudicare. Il giudizio nasce da una sofferenza interiore.
La domanda da farsi quando siamo di fronte al giudizio è: cosa mi spinge al giudizio? Qual è la sofferenza che c’è dietro? Cosa ci manca?
Il giudizio è Mancanza di responsabilità nei confronti di ciò che non amiamo di noi stessi.
Chiediamoci anche: quando giudichiamo come stiamo? L’energia delle nostre parole prima di arrivare agli altri resta intorno a noi e abita il nostro corpo fisico.
Quando noi critichiamo, ci autodistruggiamo, ci facciamo del male da soli.
Possiamo, inoltre, chiederci: quando diciamo qualcosa, perché la stiamo dicendo?
Approfondiamo, in questo modo, lo scopo della nostra comunicazione.
Episodio 263 - Da sentirsi KO a sentirsi OK
Relazioniamoci podcast di Antonio Quaglietta
07/28/23 • 65 min
Quante difficoltà affrontiamo quotidianamente?
La vita spesso è generosa nel metterci di fronte a sfide ed avversità da affrontare.
Come possiamo passare dal sentirsi ko al sentirsi ok?
La vita è costituita al 10% di quello che ci accade e al 90% del nostro modo di reagire a quello che ci accade. E questo ci fa paura. Perché?
Perché ognuno di noi, nella propria vita, ha bisogno d certezze. Ma non siamo disposti a rinunciare alla certezza che la sofferenza sia oggettiva, siamo convinti che siamo vittime di quello che stiamo vivendo. Questo dipende dal fatto che la nostra mente, il nostro ego, lavora su categorie opposte; la nostra mente è duale (o è colpa dell’esterno o è colpa mia). Non riusciamo a andare oltre questo conflitto.
Da dove iniziare per superare questo conflitto?
• La prima cosa da fare è fermarsi, fermare il turbinio della mente e vedere cosa realmente sta accadendo, come la mente sta guardando la nostra realtà. La realtà sono i dati oggettivi (non sono l’interpretazione che la nostra mente dà della realtà), la mente ne dà una interpretazione. Come riconoscere i dati di realtà? Possiamo notare i verbi che utilizziamo, se riferiamo all’esterno la nostra sofferenza (chiediti: cosa di ciò che sta accadendo mi fa soffrire?). L’ego invece ci agita quando abbiamo bisogno di calma. Quando scatta questo dialogo interno bisogna fermarsi.
• Il secondo passo è imparare a distinguere la rassegnazione dall’accettazione e smettere di sentire di subire la vita con atteggiamento passivo. Rassegnazione vuol dire mantenere lo stato di opposizione verso qualcosa, di rifiuto, di agitazione verso qualcosa e appesantirlo con emozioni negative; la rassegnazione è una doverizzazione al peggio. L’accettazione, al contrario, è accettare semplicemente, vedere le cose che stanno accadendo, sentire il proprio rifiuto e gestirlo, accogliendo ciò che sta accadendo. L’accettazione è uno stato pre-mentale: prima che la mente esprima il proprio giudizio di attaccamento o avversione, io accolgo quello che accade. È apertura.
Come si cresce e come si passa dal sentirsi ko al sentirsi ok?
• Allenarsi e accrescere conoscenza e consapevolezza: far diventare ogni prova un momento di crescita: cosa mi vuole insegnare questa prova?
• Allenarsi ed accrescere la fede/fiducia/speranza e quindi avere prospettiva
• Supporto relazionale e condivisione
Episodio 259 - Come trasformare l'odio di sé in Amore e CAMBIARE davvero
Relazioniamoci podcast di Antonio Quaglietta
06/23/23 • 64 min
Desideriamo cambiare e imparare ad amarci davvero, ma non sappiamo come fare.
L’amore è uno stato di coscienza.
Amare se stessi vuol dire vedere serenamente e col cuore aperto tutti i proprio i limiti e partire dall’accettazione dei propri limiti con amorevolezza.
Non si tratta di essere perfetti, ma si tratta di essere consapevoli di se stessi.
Finchè aspiriamo a non sbagliare per amarci non riusciremo mai a farlo davvero.
Quali sono i sintomi del non amore di sé?
• Odio di sé: può essere esplicito (mi odio quando...) o implicito, inconsapevole (autosabotaggio, sentirsi inferiori o inadeguati; si riconosce dal non sapersi stare accanto, dal non riuscirsi ad incoraggiare);
• Autoindulgenza: vuol dire non tenerci a stare bene, a dare il meglio; sono quei comportamenti che mettiamo in atto quando siamo troppo indulgenti o troppo giudicanti verso noi stessi. Questo vuol dire che non ci amiamo;
• Negazione del sé inferiore: negare il nostro sé inferiore, non riesco a vedere il mio grande ego e lo nego;
• Giustificazioni e accuse: perché abbiamo bisogno di giustificarci e accusare gli altri? Per Il timore di avere delle colpe e questo indica che siamo nell’amore condizionato. Questi sono filtri che non ci permettono di conoscerci, di vederci. E quindi di amarci.
Come si arriva all’AMORE DI Sé? Attraverso questi passaggi:
• conoscenza: l’amore presuppone conoscenza, di se stessi innanzitutto;
• consapevolezza: la consapevolezza è analisi di ciò che accade, non è giudizio, ma feedback. Cosa evitare per accrescere la vera consapevolezza? Autoindulgenza e ipergiudizio, bisogna semplicemente guardare ed essere consapevoli di quello che accade dentro di noi.
• Accettazione: non è rassegnazione (io sono così); accettazione vuol dire non negare quello che sta accadendo, senza filtri (giustificazione, accuse, proiezioni, etc.);
• cura di sé: sapersi stare accanto: quali sono i momenti in cui vi prendete cura di voi stessi?
• Crescita ed evoluzione: mi conosco, sono consapevole del mio mondo interno, accetto, mi prendo cura della parte di me che voglio cambiare e promuovo crescita ed evoluzione.
Queste sono i punti fondamentali dell’amore di sé.
Episodio 254- Intelligenza Artificiale: come influenza mente, benessere e relazioni
Relazioniamoci podcast di Antonio Quaglietta
05/19/23 • 63 min
L'intelligenza artificiale sta cambiando la nostra vita ed ha un impatto significativo sulla psicologia umana.
I cambiamenti riguardano la nostra mente, il nostro benessere e le nostre relazioni. In quali benefici e quali rischi si concretizza questo impatto nella nostra vita quotidiana?
Tra i vantaggi possiamo trovare: • efficienza e produttività: l'utilizzo dell'intelligenza artificiale riduce i tempi di programmazione e realizzazione di idee e progetti;
• Analisi dei dati: analizza i dati più velocemente ed in modo innovativo;
• Personalizzazione delle operazioni: apprende dalle interazioni precedenti e quindi aumenta la precisione nella qualità delle risposte che genera;
• Accessibilità: le informazioni sono più accessibili a tutti ed in modo più veloce;
• Innovazione: usata bene in ogni campo permette di raggiungere risultati prima impensabili.
Si tratta infatti di un’assistente super efficiente.
Quali sono invece i probabili rischi legati all'uso dell'intelligenza artificiale? Vediamone alcuni:
• dipendenza ed isolamento: se si inizia a vedere che nell'intelligenza artificiale c’è tutto il rischio è che si crea una dipendenza
• ansia e stress: l'ansia e lo stress possono essere generati da problemi legati all'utilizzo etico relativamente all'intelligenza artificiale;
• Distorsione della realtà: l'intelligenza artificiale, grazie alla sua capacità di apprendimento impara i tuoi gusti e ti propone sempre solo cose che confermano i tuoi gusti e tu hai una dispercezione della realtà.;
• Relazioni umane deboli: pensare che da li possiamo avere tutto,; c'è un sovraccarico di informazioni e indebolisce le relazioni;
• Modelli idealizzati: perdendo il contatto con la realtà, rischiamo di confrontarci, solo idealmente, con modelli che non esistono realmente;
• Gelosia e insicurezza: nella relazione l’altro si allontana per interagire con la macchina e questo può generare gelosia e insicurezza nel partner.
Cosa possiamo fare? come relazionarci con l'intelligenza artificiale in modo sano? Possiamo ripuntare e rafforzare le relazioni umane. Tornare a capire che le macchina analizziamo dati e danno informazioni. Ma che resta necessario, se non prioritario, investire tempo ed energia per entrare in relazione reale e concreta con l'altro e restare focalizzati sul come usiamo questo tipo di strumenti.
Episodio 285 - Non si può piacere a tutti! Impara a gestire il bisogno di APPROVAZIONE!
Relazioniamoci podcast di Antonio Quaglietta
03/08/24 • 64 min
Noi soffriamo quando non piacciamo, ma dimentichiamo che a noi non tutti piacciono.
Perché non lo accettiamo? Quando non mi piace qualcuno io mando dei segnali che questa persona non mi piace e l’altro li riceve. E questo è molto frequente.
Che succede quando non piacciamo?
Ognuno di noi quando non piace all’altro ha delle reazioni perché questo tocca delle parti di noi. Possiamo chiederci cosa si muove dentro di noi quando non siamo accolti? Succede sicuramente qualcosa a livello corporeo (qualcuno sente mal di pancia, qualcuno si irrita, qualcuno se ne va), ma anche a livello emotivo. Spesso il bisogno di approvazione parte da un giudizio nei propri confronti. Il corpo e la reazione ci danno la traccia del nostro adattamento e delle nostre ferite, che poi diventano i punti di partenza per lavorare su noi stessi. Spesso anche la compiacenza è il risultato di una reazione. Quindi bisogna partire da cosa viene toccato. Un’altra domanda utile può essere: qual è la dimensione ricorrente su cui io scivolo? Dietro il bisogno di piacere, inoltre, potrebbe esserci un forte senso di insicurezza, che deriva dal non conoscersi profondamente.
Cosa fare?
I passaggi che dobbiamo fare sono legati a queste domande: che cosa provo, dove lo sento e cosa sono portato a fare? Quale bisogno di me viene profondamente evocato? Io cosa provo quando mi sento rifiutato? Cosa sento quando mi accorgo che non piaccio a qualcuno? La prima domanda: realmente non sto piacendo? O mi aspetto che l’altro si debba comportare come io immagino?
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FAQ
How many episodes does Relazioniamoci podcast di Antonio Quaglietta have?
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What topics does Relazioniamoci podcast di Antonio Quaglietta cover?
The podcast is about Health & Fitness, Mental Health and Podcasts.
What is the most popular episode on Relazioniamoci podcast di Antonio Quaglietta?
The episode title 'Episodio 262 - Gli insegnamenti che nutrono la vita: le lezioni delle guide del Cerchio Firenze 77' is the most popular.
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The average episode length on Relazioniamoci podcast di Antonio Quaglietta is 56 minutes.
How often are episodes of Relazioniamoci podcast di Antonio Quaglietta released?
Episodes of Relazioniamoci podcast di Antonio Quaglietta are typically released every 7 days.
When was the first episode of Relazioniamoci podcast di Antonio Quaglietta?
The first episode of Relazioniamoci podcast di Antonio Quaglietta was released on Sep 10, 2014.
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