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Riccardo Palombo e Antonio Dini

Un altro podcast da ascoltare, ma con una voce in più. Siamo in due, Antonio Dini e Riccardo Palombo, toscani finiti in città diverse, si potrebbe dire all'opposto (rispettivamente Milano e Roma), ma che più o meno masticano le stesse cose. La nostra tilde è nata perché volevamo divertirci facendo qualcosa insieme, ma anche perché non trovavamo un podcast da ascoltare che ci piacesse davvero. E allora abbiamo deciso di farlo noi.
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Top 10 tilde Episodes

Goodpods has curated a list of the 10 best tilde episodes, ranked by the number of listens and likes each episode have garnered from our listeners. If you are listening to tilde for the first time, there's no better place to start than with one of these standout episodes. If you are a fan of the show, vote for your favorite tilde episode by adding your comments to the episode page.

Sarà perché era la fine dell'anno, sarà perché era il compleanno di Antonio o sarà perché Riccardo ha passato le vacanze di Natale a correre come un matto ma insomma: eravamo veramente belli carichi. E si sente.
Note della puntata: https://tilde.show/podcast-05/
In questa puntata abbiamo parlato di tutto: da Norah Jones all'audiolibro di Morgan (spettacolare, almeno la prima metà), dalla schedina microSD per il nuovo microfono di Antonio (che ancora deve essere battezzato) alla calafatura degli scafi e alle sculture fatte di colla e limatura di parquet. Abbiamo anche deciso che, alla fine, è tutto soggettivo: per questo la Fiat Punto quando è uscita sembrava bruttina ma nuova, e oggi invece sembra sempre bruttina però è anche vecchia. E abbiamo perfino scoperto che il problema delle città sono le automobili (pare lo avesse già teorizzato Johnny Stecchino, ma solo per Palermo).
Poi c'è da dire una cosa importante, sul serio: ha parlato di noi il Corriere della Sera. Due volte! Che cosa incredibile e surreale: grazie Andrea!. Infine, Antonio ha scoperto l'esistenza di una sequenza di cinque punti scritti da Riccardo in uno dei suoi famosi blocchi per gli appunti: è l'elenco delle cose da fare quando darà le dimissioni. Ne riparleremo un'altra volta, però non dite che siamo gente che non ama pianificare, eh!
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Mettetevi pure comodi, perché non saremo brevi. Volevamo registrare una puntata snella e veloce, per chiudere le feste in scioltezza, ma in realtà abbiamo scoperto che ce n'avevamo di cose da dire. Basta guardare la lista dei libri di cui abbiamo parlato, qui sotto. Ed è solo la punta dell'iceberg.
Note della puntata: https://tilde.show/podcast-06/
Perché siamo passati attraverso una dozzina di mondi diversi almeno: dal ruolo delle Airpods nella rinascita dei podcast alla produzione della musica, dal furto dei dati di ho.mobile alle favole per la buonanotte dei bambini, da Macchiaradio a Sanpa passando per la fine dei blog italiani (che sono andati a far cassa, a differenza di quelli americani), dal regista Yasujirō Ozu restaurato, colorato e in 4K alla Xbox One X, che oggi è la cosa più figa da comprare per giocare e ammazza buona parte della scena dell'emulazione; dal sito personale di Antonio (che finalmente è pronto) al malessere in volo di Riccardo, da Pavese e Orwell che vanno fuori dal copyright a Craig Mod che invece in un mese si è fatto a piedi la strada da Tokyo a Kyoto (sono quasi 600 Km) fino alle guide per viaggiare, all'amore per gli spostamenti in treno di Antonio e agli incentivi per il turismo nazionale dati in Giappone.
E praticamente non abbiamo quasi neanche detto che Antonio ha finalmente il suo microfono nuovo (per questo si sente alla grande anche lui, finalmente). Insomma, veramente tanta roba. E allora, inforcate le cuffiette, casco ben stretto, allacciate le cinture, luce sempre accesa e via! Questo è Tilde numero sei!
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Ce l’abbiamo fatta! Abbiamo usato l’intelligenza artificiale di Trenitalia! Anzi no. Stiamo scherzando. La puntata 17 di Tilde è stata condotta dall’intelligenza artificiale di OpenAI, GPT-3, questo lo sapete. È stato un lavorone, ma per capirlo ci vuole qualche spiegazione, sennò sembra davvero che abbiamo giocato con Siri sull’iPhone.
Note della puntata: https://tilde.show/podcast-18/
Invece, è un po’ più complicato di così: abbiamo fatto molte più cose e le abbiamo spiegate passo passo in questa che è veramente l’ultima puntata della stagione.
In questo lungo dietro le quinte, spieghiamo il perché e il percome di tutto. Da dove siamo partiti (c’è anche il trailer che avevamo preparato all’inizio dell’anno per il primo tentativo andato miseramente in buca), come abbiamo operato e poi perché le reti neurali sono una gran cosa e tutto il lavoro di cesello che c’è stato per consentire al computer di esprimersi al meglio delle sue possibilità.
Attenzione, perché vi spieghiamo non solo come abbiamo fatto a fare la puntata del podcast condotto dall’intelligenza artificiale, ma vi spieghiamo anche come funziona GPT-3 dal punto di vista pratico: non è una cosa che trovate da tutte le parti.
Alla fine siamo riusciti a fare quel che ci interessava, cioè provarci, capire questa cosa e poi condividerla. Secondo noi la volta scorsa abbiamo tirato fuori una chicca di quelle buone, da spilluzzicare con gusto; ne siamo soddisfatti. Però, prima di salutarci e andare in villeggiatura a ricaricare le batterie, ci siamo messi un attimo anche a parlare di libri per l’estate. Li abbiamo indicati qui sotto.
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E se ci accelerassimo? Perché alla fine i vocali, i podcast, forse anche le serie dovremmo guardarle a 1,5x almeno. O no?
Note della puntata: https://tilde.show/podcast-26/
È il dubbio della giornata anche se, diciamocelo, la cosa che emoziona di più i nostri due noti ladri di tè è che è arrivato il pacco dal Giappone. Riccardo apre un nuovo fronte: intanto si è comprato una Dreamcast con GDEmu e spiega bene come funziona tutta quella scena di giochi, hardware e modifiche che stanno aumentando a vista d’occhio negli ultimi anni. Un pochino se ne era occupato anche Antonio nel suo ebook L’impero dei videogiochi che sta per (ri)mettere online. Ha avuto solo un piccolo contrattempo con il docker che gestiva il motorino della sezione “sfoglio” del sito, ma tutto si rimedia, con il tempo.
Sempre parlando di cose serie, c’è da decidere la dotazione tecnologica di Antonio che tra qualche giorno va a Buenos Aires a far prendere aria alla sua partita Iva. Cosa andrà nello zainetto ultraleggero per due settimane da nomade digitale? L’unica certezza sono il MacBook Air M1 e l’iPhone. Poi Kindle, ReMarkable 2, iPad Mini o forse altro se la litigano con la Ricoh GR II. Intanto, Riccardo si prepara al suo personale tour de force: maratona di Milano e mezza di Orbetello, poi commercializzazione della Marea, che finalmente è pronta.
Cose da leggere e cose lette: Riccardo ha trovato una grande soddisfazione nel Vagabondo delle stelle di Jack London (gran libro!) e sta divorando Sulle tracce del Nazareno di Adriano Virgili, che è una indagine storica piena di rimandi ai Vangeli ma scritta non per i religiosi, quanto per le persone curiose.
Antonio invece ha finito di leggere La vita di Vivian Maier di Ann Marks, notevole divorato tutto sull’iPad mini, mentre in rampa di lancio adesso c’è Kiki. Consegne a domicilio (volume uno e due) da cui Hayao Miyazaki ha tirato fuori il film a cartoni animati omonimo (e c’è anche da ricordare The Incredible Tide di Alexander Key, da cui è stato tratto Conan il ragazzo del futuro).
Così, tra un breve excursus sulla qualità degli adattatori per cuffie analogiche su USB-C, la proposta di fare un video su come si mette Linux sui vecchi Mac e qualche osservazione sulla storia dei Kappa Boys (ma c’era anche una ragazza!) anche questo episodio di Tilde finisce in bellezza.
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Puntata strana, ma dopotutto siamo a Natale, periodo in cui i minorenni dovrebbero credere che un signore vestito di rosso solchi i cieli alla guida di una slitta trainata dalle renne mentre il Norad lo traccia per tutta la notte.
Leggi tutto: https://tilde.show/podcast-03/
Invece, questa volta il tema è serio: Linux e l’open source da una parte, le grandi aziende dall’altra (quelle come Facebook, Google, Ibm). Mentre Riccardo è felice del suo nuovo vecchio microfono, Antonio racconta di quella volta che ha avuto udienza da Linus Torvalds. E poi si parla di tante altre cose: si spiega ad esempio che il sito di Tilde sta tutto su Github (ma lo sposteremo, non temete) e poi che la loquacità è uno strumento indispensabile per stare sui social (essere chiacchierone allora a qualcosa serviva, mamma!) sino al conflitto, che anche quello serve a qualcosa e soprattutto non va negato.
Ma poi c’è un discorso complicato sulla società dello spettacolo, che tutto vede e tutto consuma, mentre prima si parlava anche della mancanza di autostima a intermittenza (peggio di quella a corrente continua) e soprattutto dell’idea che, ebbene sì, c’è un libro anche per questo. Perché per tutto, a quanto pare, c’è un libro, altro che app. Sì, puntata strana, speriamo che i russi non abbiano abbattuto Babbo Natale.
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Ammettiamolo, anzi lo ammette Antonio: siamo un po' in ritardo con la tabella di marcia. Questa puntata doveva uscire prima, ma ci sono stati vari problemi (un progetto che si è speriamo solo temporaneamente arenato, una registrazione venuta male causa poca dimestichezza con il microfono da parte di Antonio) e insomma, rieccoci qua con la decima puntata di Tilde, più tonici che mai.
Note della puntata: https://tilde.show/podcast-10/
Talmente tonici che Antonio spiega di non riuscire a tener dietro a un amico più anziano e con il bastone durante una camminata pre-lockdown da meno di un quarto d’ora. Riccardo si sente giustamente chiamato in causa e ci regala un bel consiglio su come fare stare meglio: cento euro di nutrizionista e un po' di analisi del sangue per monitorare e capire come va e cosa serve. Spesso abbiamo una pessima qualità della vita che potrebbe essere migliorata con due euro di integratore e un po' più di attenzione. Il tutto permette di sfruttare il nostro corpo a nostro vantaggio, con più energia e più voglia di fare cose. Intanto, ad Antonio è tornato l’acido lattico perché ha registrato per un’ora in piedi.
Con la puntata perduta (the lost podcast, sentite come suona bene?) ci siamo giocati una bella chiacchierata sul podcast du Barack Obama e Bruce Springsteen (che ci piace), su Clubhouse (che alla fine non ci piace: c’è anche la lettera per cancellarsi) e varie altre piccole cose. Però un tema, quello della scrittura e soprattutto della riscrittura, l’abbiamo salvato. E scopriamo che Antonio tiene un diario, anzi ne ha tenuti vari, mentre Riccardo no, ma forse vorrebbe. A cosa serve un diario? Dipende. Il metodo Bullet Journal di Ryder Carroll è un buon punto di partenza, anché perché si torna a scrivere con carta e penna, che non fa mai male. E aiuta a mettere pace nella confusione dentro e fuori di noi.
Continua a leggere sul sito.
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tilde - L'esordio!
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12/08/20 • 45 min

Ci siamo, l'esordio del podcast tilde. Ne abbiamo parlato, ci siamo scritti, abbiamo fatto videochat tra Roma e Milano, ma alla fine la cosa più semplice da fare è stata mettersi ciascuno davanti al suo microfono (uno bello e uno decisamente scarso: indovinate voi quale è quale), con la cuffia ben calcata, e iniziare a parlare. Di cosa?
Leggi tutto: https://tilde.show/podcast-01/
Beh, de "La valle oscura", di James Bond e delle traduzioni fatte da Adelphi, ad esempio. E poi delle copertine belle, del Concorde (la "concordia" per l'Europa sopravvissuta del secondo dopoguerra), il Game & Watch di Nintendo (che ci piace parecchio), le fulminanti console next-gen (che non ci ispirano più di tanto), Akihabara, il quartiere tech di Tokyo che è il vero paradiso della brugola. E ancora: la libertà che ti danno un paio di AirPods, il prendere appunti e le immancabili to-do list (di cui bisognerà proprio che si riparli). E infine, abbiamo parlato di un altro libro," John Dies at the End", scritto a puntate su un blog tanti anni fa, quando una volta qui era ancora tutto html.
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A Milano fa ancora caldo e umido. In montagna, tra Udine e la Slovenia, invece, c’è un gran bel fresco. Riccardo si gode la stagione estiva migliore, quella che permette di andare a correre con la tutina termica e rilassarsi tra i boschi ombrosi. Antonio si prepara invece a partire per l’Asia e tanti saluti a tutti.
→ Link e note: https://tilde.show/podcast-29/
Ma sapete una cosa? Bisognerebbe stare in montagna un po’ di più di due settimane. Non d’inverno, perché poi piove e nevica, ma d’estate. Perché, per Riccardo, d’estate vivere la città d’estate è male (e anche d’inverno, insomma).
Comunque, Antonio ha una teoria: abbandoniamoci al caldo, non opponiamo resistenza. Da quando ha gli infissi nuovi montati a casa resiste molto meglio all’estate. Anche perché in città è vero che di giorno mancano i mezzi ma in compenso di notte c’è sempre casino: feste, musica a manetta, fuochi d’artificio, i compressori dei condizionatori sui tetti che vanno come treni. Riccardo? Lui ha risolto tutto con un orcio pieno di tappi per le orecchie, comprato sui siti cinesi: forse non ci sentirà mai più, ma almeno dorme bene.
Quando i ragazzi hanno registrato questa puntata era il compleanno di Riccardo: 43 anni! Il vantaggio di Antonio si è momentaneamente accorciato (ma tra pochi mesi ci sarà come sempre l’allungo).
La stagione estiva e le vacanze pongono uno stimolante quesito informatico: quale computer portarsi dietro? Riccardo ha preso su un Mini PC con schermo portatile. Ottimo, flessibile e potente per fare tutto quel che serve. Antonio invece ha provato il MacBook Air 15 con il processore Apple M2 e ha scoperto che scalda meno dell’Air 13 M2. È una buona notizia.
E l’anno prossimo, quando uscirà il MacBook Air M3, rimarrà lo stesso fattore di forma della scocca? Si pensa di sì. Dopotutto, quelli di Apple mica come fanno gli asiatici, che lanciano una ventina di computer diversi all’anno. Apple le scocche le deve ammortizzare. Come il vecchio MacBook Intel con schermo da 12 pollici di Antonio, che ha fatto tre o quattro generazioni perché il progetto tecnico di base e la linea di costruzione che era stata costruita richiede poi anni per essere ammortizzata. L’avevano capito che non era venuto bene, ma hanno dovuto fare buon viso a cattivo gioco.
La domanda di Riccardo però è più intrigante: ci saranno mai i MacBook con eInk? O gli iPad eInk? Chissà. Intanto Riccardo usa il suo eInk Android per leggere anche in montagna. E Antonio si porta il Kindle Scribe.
Dove se lo porta? Ricordate che Antonio va in Giappone, a luglio? Come libri da leggere si porta la guida Japan by Rail, Giappone in treno, che già l’avevamo detto. Invece non avevamo detto che ha preso Il pellegrinaggio in Oriente di Herman Hesse peraltro per motivi alquanto singolari. Infatti, Antonio aveva recensito un libro di management, ‌When Woman Lead di Julia Boorstin, che a sua volta cita un altro autore, Robert K. Greenleaf, che negli anni Settanta si era inventato il termine ”servant leadership”, un tipo di leadership aziendale. Il quale Greenleaf a sua volta aveva preso ispirazione per l’idea della “servant leadership” dal libro di Herman Hesse, Il Pellegrinaggio, che è degli anni Trenta. Insomma, un giro lunghissimo per leggere un libro bello corto. Ma ci sta.
Altro libro per Antonio sarà Storia universale dell’infamia di Borges. Sempre Adelphi, che è quasi una droga. Come per quella ragazza che se li sta leggendo tutti, i libri pubblicati da Adelphi. Una vera matta. Il link alla sua storia è nelle note.
Riccardo in vacanza è un po’ fermo con la Montagna incantata. Ha ripreso, ma è sempre tanta tanta roba da leggere. Per spezzare si è portato un libriccino della Biblioteca di Cuore (presidente Michele Serra). Si intitola L’amore tra i polli, di P.G. Wodehouse. Un autore che è...
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Perché dobbiamo vivere nel passato? E allora basta, vendiamo tutto (cioè la Switch) e compriamoci la Playstation 4 Pro usata, per capire come e a cosa giocano i giovani d’oggi. Daje!
Note della puntata: https://tilde.show/podcast-04/
In questa puntata abbiamo parlato veramente tanto di videogiochi, ma non vi spaventate, perché c’è anche altro: dai libri sull’uso delle sostanze psicotrope alla pronuncia filologicamente corretta di Sega, l’azienda giapponese di videogiochi creata nel 1951 da David Rosen, un ufficiale dell’esercito americano, e che vuol dire Standard Games. E ancora, dal Nintendo 64 con quei giochi “cartoonish” che non invecchiano mai al Das, il materiale simile al pongo che è un acronimo tratto dal nome del suo inventore, Dario Sala, che lo brevettò nel 1962. Ma abbiamo parlato anche della sindrome di Stendhal nell’era della sua riproducibilità tecnica, di come sia meglio regalare soldi e non cose inutili, del regalare al partner un libro da leggere assieme ai propri bambini, e poi – perché no – dell’andar per bancarelle a cercare cose smesse, quella cosa che noi rigattieri diciamo sempre si fa meglio dopo Natale.
Ah, a proposito: uno di noi odia la realtà virtuale. E anche per quell’altro non è che sia proprio il massimo. Ecco, l’abbiamo detto.
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tilde - Dove eravamo rimasti?
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06/29/22 • 68 min

Sempre noi, sempre qui: leggermente laggati rispetto alla nostra rispettiva percezione del tempo ma si sa, è anche il nostro bello.
→ Note della puntata: https://tilde.show/podcast-19/
Una super puntata XL dove abbiamo parlato un po’ di tutto: dal documentario sui Beatles, che è piaciuto parecchio a Riccardo, alla nuova postazione di lavoro di Antonio passando per un bel po’ di libri, intelligenze artificiali, viaggi, M2 e tanto altro.
Soprattutto: dovevamo fare anche il punto di com’è andato quest’anno. E poi, dopo i viaggi di Antonio (la WWDC di Apple e AWS re:MARS di Amazon durante giugno) e la vacanza in Sicilia di Riccardo, abbiamo anche parlato di libri letti. Trovate la lista qui sotto ma insomma, Autostop con Buddha di Will Ferguson è davvero tanta roba. E potrebbe essere la base per un viaggio in Giappone di Riccardo e Antonio. Ma non per fare la maratona, bensì per comprare videogiochi! Ebbene sì, lo abbiamo ammesso. È l’obiettivo del 2023.
Abbiamo anche avuto modo di parlare di Apple e della WWDC, i nuovi MacBook Air M2 e soprattutto l’Apple Park: chissà cosa se ne faranno tra cento anni... Mentre Riccardo pianifica l’acquisto di un nuovo MacBook (solo per l’estate), Antonio discetta delle specifiche dei nuovi computer e del loro aspetto estetico.
E poi libri, libri, libri. Veramente tanti libri (dopotutto è passato un anno). Nel frattempo Antonio ci ricorda che, oltre alla sua newsletter, ha fatto anche un mini programma radio in cui parla di un libro in 5 minuti (si trova qui). Tutto per dire: meglio leggere meno ma meglio.
Ah, c’è stato anche da parlare di Intelligenza Artificiale: oltre all’intervista, al podcast (entrambi in inglese) e al video di Mr Rip (in italiano), c’è anche la vecchia puntata di Tilde (la 17a). E cosa abbiamo detto noi? Che queste idee di AI che sono davvero intelligenti è ahimè una presa in giro. E anche i filosofi purtroppo parlano parlano ma non sono mica tanto all’altezza. Forse perché non capiscono l’aspetto tecnico?
Infine: il sociale su Internet. Non cresce e non ha memoria. I Covid non ci ha insegnato niente. Ma abbiamo un’idea: cercare un’Internet diversa, forse noiosa ma fatta da persone che trattano di cose interessanti e lo fanno per bene. Ad esempio, spiegando senza pregiudizi cosa sta succedendo nel mondo delle cripto. O come fare a mangiare più sano, magari anche un po’ vegano, che tra l’altro fa bene al pianeta. Ce ne saranno di cose da dire, nella nuova stagione di Tilde!
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FAQ

How many episodes does tilde have?

tilde currently has 34 episodes available.

What topics does tilde cover?

The podcast is about Society & Culture and Podcasts.

What is the most popular episode on tilde?

The episode title 'Riccardo trafficante e Antonio amanuense, ChatGPT, edizioni da collezione' is the most popular.

What is the average episode length on tilde?

The average episode length on tilde is 41 minutes.

How often are episodes of tilde released?

Episodes of tilde are typically released every 18 days.

When was the first episode of tilde?

The first episode of tilde was released on Dec 8, 2020.

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