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Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!

Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!

Graziana Filomeno - italiano online

Impara l’italiano con LearnAmo – grammatica, esercizi, video e tanto altro ancora!
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Top 10 Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme! Episodes

Goodpods has curated a list of the 10 best Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme! episodes, ranked by the number of listens and likes each episode have garnered from our listeners. If you are listening to Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme! for the first time, there's no better place to start than with one of these standout episodes. If you are a fan of the show, vote for your favorite Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme! episode by adding your comments to the episode page.

Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme! - Come Commentare il Cibo in Italiano: Espressioni Utili per Ogni Situazione

Come Commentare il Cibo in Italiano: Espressioni Utili per Ogni Situazione

Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!

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11/08/24 • 18 min

In questo articolo, esploreremo varie espressioni italiane per commentare il cibo, sia in modo positivo, che neutro che negativo. Che si tratti di un piatto stellato o di un piatto deludente, avrete a disposizione una vasta gamma di espressioni per ogni occasione. Espressioni e Commenti in italiano a tema culinario Commenti Positivi sul Cibo Se un piatto vi ha lasciati senza parole per quanto è buono, ecco alcune espressioni per esprimere apprezzamento: È ottimo, squisito, delizioso! È prelibato, gustoso, succulento! È una leccornìa (soprattutto per i dolci). È una prelibatezza. Fa venire l’acquolina in bocca! Da leccarsi i baffi / le dita! Coi fiocchi. Al bacio. Questo è il paradiso in terra! Non ho mai mangiato niente di simile! È una festa per il palato! Questo piatto è una coccola! È come fare un viaggio tra i sapori! Mi si scioglie in bocca! È una delizia per i sensi! Ne mangerei a chili! Non riesco a smettere di mangiarlo! È come un’esplosione di sapori in bocca! Questo è da chef stellato! Potrei mangiarne all’infinito! Questo piatto è un capolavoro! Vale ogni singolo morso! Commenti Neutri sul Cibo Per quei piatti che non sono male, ma non sorprendono, possiamo usare delle espressioni neutre: Non è niente di speciale. È ok, ma niente di più. Senza infamia e senza lode. Si lascia mangiare. Non è male, ma potrebbe essere meglio. È passabile. Nella norma, niente di eccezionale. Si mangia, ma non mi entusiasma. Va bene, ma non mi colpisce. È decente, ma niente di memorabile. È tutto sommato discreto. Non mi fa impazzire, ma va bene. Non lascia il segno, ma è mangiabile. È così così. Normale, senza sorprese. Commenti Negativi sul Cibo Infine, quando il cibo è davvero pessimo, ecco alcune espressioni italiane negative per esprimere la vostra delusione: Non si può mangiare! È immangiabile. Fa proprio schifo. È terribile, non riesco a finirlo. Questo è da buttare. Non ha sapore! Non sa di niente, proprio insipido. È una delusione totale. Sembra finto! Sembra plastica! Ho assaggiato di meglio in ospedale. È una tortura per il palato. Peggio di così non si può. Non lo mangerei nemmeno sotto tortura. È disgustoso. Non so come facciano a servirlo. È un disastro culinario. Sembra cibo per animali. Non ho mai mangiato qualcosa di così brutto. È peggio di come sembra. Questo piatto è un insulto alla cucina. Mi fa venire voglia di smettere di mangiare. È come masticare cartone. Mi aspettavo molto meglio, è orrendo. Cotto male e insapore, è tremendo. Ho perso l’appetito al primo boccone. Sembra cucinato da un principiante. È come mangiare gomma. Una vera catastrofe, non riesco a mandarlo giù. Per approfondire l’argomento, vi consigliamo di dare un'occhiata al nostro articolo sulle espressioni al ristorante dove troverete altre frasi utili per parlare in un ristorante italiano. Buon appetito e alla prossima su LearnAmo!

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Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme! - 10 Espressioni Italiane con i MEZZI di TRASPORTO

10 Espressioni Italiane con i MEZZI di TRASPORTO

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08/18/23 • 9 min

Spesso la lingua italiana nasconde sfumature e significati diversi da quello che in apparenza ci sembra sia stato detto. Per aiutarvi ad affrontare qualsiasi conversazione in questo articolo vi proponiamo dieci espressioni idiomatiche utilizzate nell’italiano colloquiale e relazionate con i mezzi di trasporto... che spesso non hanno niente a che fare con i mezzi di trasporto veri e propri! 10 Modi di Dire con i Mezzi di Trasporto 1. Perdere l’ultimo treno Significa lasciarsi sfuggire un’ultima (buona) occasione. "Sara ti aveva detto esplicitamente che quell’offerta non sarebbe durata molto... Hai perso l’ultimo treno: adesso non puoi più lavorare per la sua azienda." 2. Essere sulla stessa barca Significa trovarsi nella stessa situazione (in genere negativa). Di solito lo si dice con tono rassegnato. "Non essere preoccupato se non hai studiato per l’esame: siamo tutti sulla stessa barca! Qui nessuno ha mai aperto un libro..." 3. Andare come un treno Significa muoversi, procedere molto velocemente, sia fisicamente che in senso più astratto. "Giulia, per favore, rallenta un po’! Se vai come un treno quando fai il tuo discorso, nessuno ti seguirà e cominceranno tutti a fare altro!" 4. Hai voluto la bicicletta? E adesso pedala! Questa espressione sottolinea che bisogna prendersi delle responsabilità dopo aver ottenuto ciò che si è desiderato a lungo, anche se ora sembra meno piacevole. "In che senso non vuoi fare le pulizie? Eh cara... Hai scelto tu di vivere da sola. Hai voluto la bicicletta? E adesso pedala!" 5. Il treno passa una volta sola Questo modo di dire ci ricorda che certe occasioni sono ottime ma molto rare: perciò dovremmo approfittarne non appena ci si presentano e non farcele sfuggire. "Non perdere l’occasione di questo lavoro importante solo perché è all’estero! Il treno passa una volta sola nella vita..." 6. Attaccarsi al tram Significa arrangiarsi, dover affrontare un problema da soli e contando solo sulle proprie forze. Spesso viene detto con ironia. Si usa anche solo come “Attaccati!”. "Luca è in ritardo... Come sempre! Basta! Cominciamo a pranzare: quando arriva, si attacca al tram!" 7. La barca fa acqua! Con questa espressione si vuole segnalare che qualcosa va male o non va come dovrebbe andare. "Ragazzi... Qui la barca fa acqua da tutte le parti! O ci inventiamo qualcosa per risollevare l’azienda, o dovremo dichiarare bancarotta!" 8. Navigare in cattive acque Significa trovarsi in una situazione di difficoltà, spesso in riferimento a una situazione economica complicata. "Non posso permettermi un’auto nuova in questo periodo: stiamo navigando in cattive acque. Ne prenderò una usata." 9. Fare marcia indietro Significa ritirarsi, indietreggiare, venire meno da qualcosa che si è detto, promesso o fatto. Questa espressione fa riferimento alla retromarcia di un veicolo. "In realtà ha ragione Luca... Perciò tu dovresti fare marcia indietro su quello che hai detto e chiedergli scusa." 10. Una barca di... Questa espressione indica una grandissima quantità di qualcosa (come “un botto di”, “una marea di”, “un sacco di"). "Adesso è ricchissimo! Ha ereditato una barca di soldi da suo nonno!" Adesso, ripassiamo insieme tutto il vocabolario dei mezzi di trasporto in italiano! Se invece cercate un insegnante madrelingua qualificato che possa aiutarvi con lezioni individuali, vi consigliamo di dare un'occhiata al nostro corso di italiano intensivo con lezioni online a partire da 12€/ora!

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Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme! - Le CITAZIONI più belle del mondo!

Le CITAZIONI più belle del mondo!

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06/16/19 • 6 min

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Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme! - ESPRESSIONI per DESCRIVERE le RELAZIONI INTERPERSONALI

ESPRESSIONI per DESCRIVERE le RELAZIONI INTERPERSONALI

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07/02/24 • 17 min

Abbiamo tante relazioni con le persone: il nostro partner, la nostra famiglia, i nostri colleghi, i nostri amici. Spesso, nelle conversazioni, abbiamo bisogno di descrivere il rapporto che abbiamo con queste persone. Perciò, in questa lezione vedremo proprio tutte le espressioni italiane utili a descrivere le relazioni interpersonali, siano esse positive o negative. Parlare delle RELAZIONI con gli ALTRI in italiano COMINCIARE CON IL PIEDE SBAGLIATO Iniziare qualcosa (un’attività o una relazione) con una mossa sbagliata o un errore, che può compromettere tutto il percorso, la relazione o il raggiungimento dell’obiettivo finale. Esempio: Abbiamo cominciato con il piede sbagliato: ti prego di accettare questi fiori e di metterci una pietra sopra, affinché possiamo ricominciare da zero senza rancori! INCONTRARSI A METÀ STRADA / VENIRSI INCONTRO Raggiungere un compromesso in una relazione, trovare un accordo che vada bene per entrambe le parti. Esempio: Abbiamo discusso per ore perché le nostre idee erano in contrasto, però alla fine ci siamo incontrati a metà strada e abbiamo trovato una soluzione più o meno soddisfacente. DARE (QUALCUNO) IN PASTO AI LUPI Abbandonare qualcuno in una situazione pericolosa, senza alcuna protezione o difesa, con la possibilità di essere attaccato e fare una brutta fine. Esempio: Avevate combinato quel casino insieme, ma hai preferito dare in pasto ai lupi soltanto lui, dichiarandoti innocente. Sei un pessimo amico! FARE COPPIA FISSA 1 - Avere una relazione amorosa stabile con qualcuno. 2 - Stare sempre insieme a qualcuno (pur non essendo legati sentimentalmente): farsi vedere sempre insieme o passare tanto tempo insieme (due colleghi a lavoro o due persone o in un gruppo di amici). Esempio: Marco e Giulia ormai fanno coppia fissa: li vedo sempre insieme! Ma è vero che qualche mese fa non si sopportavano? METTERSI CON (QUALCUNO) Iniziare una relazione stabile con qualcuno. Esempio: Loredana si è messa con lui perché le piaceva la sua personalità. ESSERE COME CANE E GATTO Siccome cane e gatto sono da sempre visti come acerrimi nemici, questa espressione significa essere due persone che sono troppo diverse tra loro, che perciò non vanno per niente d’accordo e litigano continuamente. Esempio: Da piccoli, Luigi e suo fratello erano come cane e gatto e ne hanno combinate di tutti i colori, ma oggi sono inseparabili! AVERE UNA SPALLA SU CUI PIANGERE Poter contare su quella persona ogni volta che si ha il bisogno di sfogarsi o di trovare conforto e consolazione in qualcuno. Esempio: Ti senti bene? Puoi raccontarmi cosa ti turba! Lo sai che con me avrai sempre una spalla su cui piangere! ESSERE IL BASTONE DELLA VECCHIAIA Questa frase è molto usata dagli anziani che si rivolgono ai più giovani, soprattutto se legati dal vincolo familiare (es. nonni e nipoti). Dare sostegno o conforto a un anziano (in genere riferita a una persona più giovane). Esempio: Il direttore ha lasciato l’eredità della sua azienda al nipote più piccolo, che è stato il suo bastone della vecchiaia fino alla fine. CONOSCERE I PROPRI POLLI Conoscere bene il carattere e le abitudini di una persona (o più persone), tanto da poterne prevedere il comportamento in determinate circostanze. Solitamente usata tra persone che si conoscono molto bene e hanno un forte legame, poiché implica una conoscenza approfondita del carattere di una persona, e addirittura si può prevederne il comportamento in determinate circostanze. Si usa il riferimento del “pollo” perché viene considerato un animale molto semplice, non sofisticato, che agisce in modo piuttosto prevedibile. Esempio: È inutile che cerchi di prendermi in giro... Conosco i miei polli! Lo so che sei stato tu a rompere il vaso perché sei sempre distratto! ALZARE DEI MURI

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Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme! - Impara il Lessico Italiano della MUSICA

Impara il Lessico Italiano della MUSICA

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07/26/23 • 12 min

A chi non piace la musica? Penso che più o meno tutti la ascoltiamo almeno una volta al giorno, mentre lavoriamo, cuciniamo, guidiamo o facciamo qualsiasi altra cosa. Proseguite con la lettura per scoprire le parole più importanti per parlare di musica in italiano! Parole Utili per parlare di MUSICA in Italiano In questo articolo, vedremo le parole più importanti del lessico della musica: prendete appunti e potrete finalmente parlare di musica con i vostri amici italiani! A proposito, se hai bisogno di modificare la tua musica e i tuoi video, puoi usare flexclip.com. 1 - CANZONE, BRANO o PEZZO? La canzone è un componimento musicale di breve durata (alcuni minuti), formato da testo (generalmente in versi) accompagnato da musica. Insomma, una canzone è quella che cantiamo a squarciagola nella doccia. Spesso si usano brano e pezzo come sinonimi di canzone. Ma hanno anche un significato più ampio. Un brano (o pezzo) è anche un componimento solo strumentale (di sola musica), spesso di maggiore lunghezza e complessità rispetto alla canzone. Per esempio, per la musica classica. Brano può anche essere una parte di un’opera musicale più ampia (un brano della Primavera di Vivaldi). 2 - STROFA + RITORNELLO La maggior parte delle canzoni è composta da strofe e un ritornello. La strofa è un insieme di versi con cui inizia (e prosegue) una canzone. In una canzone, ce ne sono di solito due, tre o quattro, con la stessa musica ma con parole diverse. Le strofe nella canzone sono di solito divise da un ritornello, cioè un insieme di versi che si ripete tra una strofa e l’altra in una canzone, sempre con le stesse parole. Questa è la parte di una canzone che solitamente resta più impressa nella mente delle persone, perché è la più orecchiabile e musicabile. 3 - TESTO L’insieme delle parole di una canzone si chiama testo. Molti stranieri usano la parola lirica / lirica musicale (magari per l’influenza dell’inglese), ma sarebbe preferibile non farlo, sia perché è un termine più antico e poco utilizzato oggi, sia perché potrebbe creare confusione. In italiano, per lirica si intende (in musica) il melodramma, cioè una rappresentazione teatrale cantata, con accompagnamento di musica e orchestra. 4 - RITMO + MELODIA Il ritmo è l’insieme di battute che si ripetono per formare la musica. Ogni musica ha un ritmo differente composto da armonia e melodia. La melodia è il “suono” che rende ogni canzone riconoscibile alle nostre orecchie. Si può anche parlare di motivo con lo stesso significato. 5 - SPARTITO La composizione grafica di una musica, composta da diverse note musicali ed è destinata a chi suona uno strumento musicale, ad esempio un violino o un pianoforte. 6 - ORCHESTRA Insieme di strumenti musicali che lavorano insieme per un’esecuzione musicale. Solitamente sono disposti a semicerchio e organizzati in un preciso ordine in base agli strumenti presenti (necessari alla composizione). Sono diretti e organizzati dal DIRETTORE d’orchestra. 7 - CANTANTE - CANTAUTORE - PAROLIERE Viene definito cantante chi canta per professione. Può essere l’autore dei propri testi (in questo caso si parlerà di cantautore) o può semplicemente cantare un testo scritto da altri. Chi scrive testi di canzoni per altre persone si chiama paroliere. Infine, l’autore della musica di una canzone è il COMPOSITORE. 8 - SOLISTA - GRUPPO MUSICALE Un cantante può essere solista, se canta da solo, oppure può essere parte di un gruppo musicale (o band), in cui ci sono anche altri cantanti e/o musicisti, che suonano diversi strumenti. Tra i musicisti in una band, ci possono essere il BATTERISTA (che suona la batteria), il CHITARRISTA (che suona la chitarra), il TASTIERISTA (che suona il sintetizzatore), il PIANISTA (che suona il pianoforte). 9 - INTONATO - STONATO Intonato è un aggettivo che indica una persona che sa cantare, che lo fa in modo piacevole all’orecchio perché...
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Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme! - Stereotipi (e insulti) tra REGIONI italiane

Stereotipi (e insulti) tra REGIONI italiane

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06/15/23 • 20 min

Sicuramente conoscete molti stereotipi sugli italiani, per esempio che sono sempre in ritardo, gesticolano mentre parlano o che sono molto rumorosi. E queste cose, in parte, sono vere. Ma questo è un po’ come all’estero vedono gli italiani. Però...sapete cosa pensano gli italiani stessi degli altri italiani? No? Bene, state per scoprirlo qui! Gli STEREOTIPI più frequenti tra gli ITALIANI La maggior parte degli stereotipi “tra gli italiani” riguardano gli abitanti di una città o addirittura di un’intera regione e a volte possono essere un po’ offensivi. Innanzitutto, molti italiani vedono ancora molto accentuata la differenza tra il Nord e Sud del Paese. Tanto che gli abitanti del Nord a volte chiamano (con connotazione negativa) quelli del Sud terroni, che deriva dalla visione del Sud come terra arretrata in cui si viveva soprattutto di agricoltura e coltivazione della terra. Gli abitanti del Sud, a loro volta, chiamano quelli del Nord polentoni, siccome la polenta in passato era l’alimento base della dieta delle persone che vivevano al Nord. Fatta questa divisione introduttiva, vediamo appunto come gli italiani vedono gli altri italiani, città per città. 1 - MILANO Partiamo da una delle città italiane più conosciute, Milano. Diciamo che questa non ha una buona fama nel resto dell’Italia: i milanesi sono spesso visti come persone fredde, sempre di corsa e arroganti. Però ci sono anche alcuni stereotipi positivi su di loro, per esempio il fatto che sono persone di parola: se promettono o dicono una cosa, la faranno. 2 - ROMA Passiamo poi alla bellissima capitale italiana, Roma. In generale gli italiani non hanno stereotipi forti sui romani, ma i romani hanno stereotipi tra loro, in particolare è sentita, soprattutto tra i giovani, la differenza tra i “pariolini” di Roma Nord e i “bori” di Roma Sud. In poche parole, si dice che i pariolini siano più ricchi e sfoggino la loro ricchezza con vestiti, auto e accessori costosi, oltre ad essere un po’ arroganti. I bori, invece, vestono marche meno costose, sono costretti ad usare il trasporto pubblico e parlano spesso in dialetto romanesco. 3 - BOLOGNA Per quanto riguarda Bologna, spesso le vengono assegnati tre nomignoli: la Dotta, la Grassa, la Rossa. Da questi nomignoli potete dedurre gli stereotipi legati ai bolognesi: sono persone di cultura (Bologna ospita la più antica università del mondo occidentale, che risale al 1088); mangiano molto bene (tortellini, tigelle, mortadella, ragù, piadina, per citarne alcuni); sono comunisti (il rosso è il colore generalmente associato al Partito Comunista). 4 - VENETO Passiamo poi al Veneto, inteso appunto come regione. Normalmente la prima cosa che viene in mente pensando al Veneto è l’alcol (Prosecco e Spritz, per citarne alcuni). Nel resto d’Italia, di conseguenza, si dice che i veneti sono ubriaconi e alcolizzati. Eppure attenzione: secondo i dati del Ministero della Salute, i veneti non sono al primo posto come “bevitori” in Italia, questo primato spetta agli abitanti del Friuli Venezia Giulia e del Trentino Alto-Adige. Si dice anche che i veneti bestemmino tanto, cioè usano imprecazioni e parolacce che riguardano divinità e altri aspetti religiosi. Molti veneti, infatti, hanno la tendenza di usare le bestemmie in mezzo alla frase, a modo di intercalare, senza l’intenzione di offendere. È anche comune sentire dire che i veneti sono razzisti, dovuto al fatto che in Veneto è nata la Lega, un partito politico di estrema destra. 5 - NAPOLI Passiamo poi a Napoli, forse la città che è più spesso oggetto di battute e tanti luoghi comuni. Lo stereotipo che si sente più spesso è che a Napoli è pieno di ladri che ti derubano a ogni angolo, ma la verità è che una cosa del genere può succedere in qualsiasi grande città, un po’ di cautela ci vuole sempre. Non a caso, nell’indice mondiale del crimine del 2020, la città è stata classificata addirittura più sicura rispetto a Roma.

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Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme! - Guida Completa ai Comparativi e Superlativi in Italiano

Guida Completa ai Comparativi e Superlativi in Italiano

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08/23/24 • 19 min

Un argomento che potrebbe sembrare semplice, ma che spesso riserva delle insidie anche ai più esperti: i comparativi e i superlativi in italiano. Abbiamo già trattato questo tema in una lezione precedente, ma in questo articolo andremo più in profondità, chiarendo dubbi e rispondendo alle domande che molti di voi hanno sollevato. Comparativo e Superlativo spiegati una volta per tutte Il comparativo e il superlativo sono utilizzati per fare confronti tra due o più elementi e per enfatizzare il grado o l'intensità di una qualità. Comparativo di Maggioranza e Minoranza Il comparativo di maggioranza e quello di minoranza esprimono un confronto tra due o più elementi in riferimento a una determinata qualità. 1) Comparativo di Maggioranza Il comparativo di maggioranza indica che la qualità ha un'intensità maggiore nel primo termine di paragone. La sua formazione è: PIÙ + aggettivo + DI + sostantivo/pronome (2° termine di paragone) Esempi: Martina è più alta di Sofia. Luca è più simpatico di te. L’italiano è più interessante della matematica. 2) Comparativo di Minoranza Il comparativo di minoranza indica che la qualità ha un'intensità minore nel primo termine di paragone. La sua formazione è: MENO + aggettivo + DI + sostantivo/pronome (2° termine di paragone) Esempi: Sofia è meno alta di Martina. Tu sei meno simpatico di Luca. La matematica è meno interessante dell’italiano. CHE o DI? Quando si usa "che" invece di "di" nei comparativi? La scelta dipende dal tipo di confronto: 1. Quando si confrontano due aggettivi, verbi, avverbi o complementi introdotti da una preposizione (e NON due elementi rispetto a una qualità):PIÙ/MENO... CHE... Esempi: Luca è più simpatico che alto [aggettivi]. Preferisco più ballare che cantare [verbi]. In Sicilia è meno freddo che in Trentino-Alto Adige [complementi introdotti da preposizione]. Giorgio guida più velocemente che prudentemente [avverbi]. Abbiamo litigato meno con Tiziana che con Giovanni [complementi introdotti da preposizione]. Comparativo di Quantità Il comparativo di quantità esprime un confronto tra due cose (o gruppi di cose) in base alla loro quantità. La sua formazione è: PIÙ/MENO... CHE... Esempi: Leggo più riviste che libri. Beviamo più caffè che acqua. Sofia ha più borse che vestiti. Comparativo di Uguaglianza Il comparativo di uguaglianza esprime un confronto tra due elementi riguardo una certa qualità, presente con la stessa intensità in entrambi. La sua formazione è: (TANTO...) QUANTO...(COSÌ...) COME... Esempi: Martina è tanto alta quanto Sofia. Sofia è alta come Martina. Luca è tanto simpatico quanto te. Tu sei simpatico come Luca. Marta è timida quanto Luisa. Luisa è così timida come Marta. Il Superlativo Relativo Il superlativo relativo indica la qualità di qualcuno o qualcosa al massimo o al minimo livello, in relazione a un gruppo di elementi. Si forma così: articolo + PIÙ/MENO + aggettivo + DI/TRA/FRA Esempi: Roma è la più grande città fra quelle italiane. Giorgio è lo studente meno serio di tutti. Giove è il pianeta del Sistema Solare più grande. La matematica è la materia meno interessante di tutte. ATTENZIONE! Il superlativo relativo può essere usato per esprimere un’opinione. Se seguito da un verbo, il verbo è al congiuntivo e introdotto da "che". Esempi: Questa è la pizza più buona che io abbia mai mangiato! Luca è il ragazzo più simpatico che io conosca. L’italiano è la lingua più bella che sia mai esistita. Il Superlativo Assoluto Il superlativo assoluto indica la qualità di qualcosa o qualcuno al grado massimo, indipendentemente da qualsiasi comparazione. Si forma generalmente così: aggettivo (senza l’ultima vocale) + -ISSIMO/A/I/E Esempi: Giove è grandissimo. Roma è bellissima. La grammatica italiana è difficilissima! I LearnAmici sono bravissimi.
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Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme! - La STORIA e la SPIEGAZIONE dell’inno nazionale italiano: L’INNO DI MAMELI

La STORIA e la SPIEGAZIONE dell’inno nazionale italiano: L’INNO DI MAMELI

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08/02/21 • 17 min

Domenica 11 luglio 2021 l’Italia è diventata campione d’Europa, vincendo la Coppa degli Europei di calcio. Così, ho pensato che, chi ha guardato le partite (ma anche chi non le ha guardate) deve aver sentito moltissime volte l’inno nazionale italiano. Perciò, sulla scia di questa piacevole vittoria per il Bel Paese, ho deciso di raccontarvi qualcosa in più riguardo al nostro inno nazionale e il suo autore, e di spiegarvi il suo significato. Continuate a leggere per scoprirne di più! <span data-mce-type="bookmark" style="display: inline-block; width: 0px; overflow: hidden; line-height: 0;" class="mce_SELRES_start"></span> L'inno italiano: l'Inno di Mameli L’inno italiano si chiama Inno di Mameli e, sin dalle prime note, svolge perfettamente il suo ruolo e ci fa sentire tutti un po’ più patriottici. In generale gli italiani prendono molto seriamente questo momento, tutti lo cantano e tutti ne conoscono le parole. Vi spiego anche come lo cantiamo noi italiani! COME CANTARE L’INNO DI MAMELI: 1. Alzarsi non appena si sentono le prime note2. Mettere la mano destra sul cuore3. Fare un’espressione seria e quasi un po’ arrabbiata4. Cantare a squarciagola Storia dell'Inno d'Italia Chi era Goffredo Mameli? Goffredo Mameli è vissuto nell’800 ed è stato un poeta interessato alla politica. Goffredo ha dedicato tutta la sua vita alla causa italiana e al sogno dell’Italia unita ed è proprio per quello che compone, nel 1847, “Il Canto degli Italiani”, che passerà alla storia come “Inno di Mameli”. Tra le altre cose, ha collaborato con Garibaldi, giungendo a Roma nel 1849 per la proclamazione della Repubblica di Mazzini. Purtroppo, è morto nel 1849, quindi prima di vedere l’Italia effettivamente unita. Testiamo la vostra attenzione e vediamo se vi ricordate un po' di storia italiana... Quando è stata unificata l’Italia? A) 1946B) 1871C) 1861 Scrivetecelo nei commenti! Altrimenti, se volete ripassare, date un'occhiata all'articolo dedicato all'Unità d'Italia! Come nasce l’Inno di Mameli? Goffredo Mameli lo scrive mentre l’Italia è sotto il dominio austriaco, e diventa presto un canto di coraggio e di invito alla rivolta per la liberazione dell’Italia. Il suo debutto è avvenuto nel 1847 a Genova, durante la commemorazione della rivolta dei genovesi contro gli austriaci. Come si può chiaramente immaginare, l’Inno di Mameli ha visto la sua popolarità crescere durante il Risorgimento. Infatti, è stato cantato anche durante le Cinque Giornate di Milano, i cinque giorni di rivoluzione armata nel 1848, che hanno portato alla temporanea liberazione di Milano dal dominio austriaco. Ma dopo l’Unità d’Italia nel 1861, l’Italia diventa una monarchia sotto la famiglia Savoia, e l’inno italiano è la Marcia Reale dei Savoia. Eppure, il popolo sentiva l’Inno di Mameli molto più rappresentativo di sé e dei propri ideali, rispetto alla Marcia Reale.In ogni caso, è divenuto ufficialmente Inno d’Italia solo nel 1946, anno della proclamazione della Repubblica. Cosa significa l’Inno di Mameli? L’Inno di Mameli è nato in un clima di fervore e di rivolta, durante la guerra contro l’Austria. Ma le sue strofe contengono molti riferimenti al passato dell’Italia. Andiamo ad analizzarle: Fratelli d’ItaliaL’Italia s’è desta,Dell’elmo di ScipioS’è cinta la testa. L’Inno inizia sottolineando il legame fraterno che unisce tutti gli italiani, i quali si sentono come fratelli. C’è poi un invito a svegliarsi (destarsi, infatti, è un sinonimo formale per “svegliarsi”): questo riferimento è legato all’Italia pronta a lottare contro la dominazione austriaca e ribellarsi. A sostegno del fatto che gli italiani sono pronti a combattere, c’è un riferimento a un fatto storico molto importante: la vittoria dei Romani contro i Cartaginesi nel 202 a.C. A guidare i Romani alla vittoria è stato infatti Publio Cornelio Scipione (Scipio, nella strofa,
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Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme! - La Carbonara al VERDE: Piatto Rivisitato della Cultura Culinaria italiana

La Carbonara al VERDE: Piatto Rivisitato della Cultura Culinaria italiana

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05/24/21 • 11 min

Tutti quanti conoscono (e amano) la carbonara, tanto che le è stata persino dedicata una giornata, tutta per lei: il Carbonara Day, che si festeggia il 6 aprile. In questo articolo scopriremo le sue origini e come preparare una versione di questo famosissimo piatto.  Storia della CARBONARA Secondo le fonti, la Carbonara è nata intorno al 1944, quando gli americani liberarono Roma durante la Seconda Guerra Mondiale. In quel periodo, ovviamente, c’erano poche scorte di cibo e queste erano distribuite dalle truppe americane. Consistevano soprattutto in uova in polvere e bacon. Da qui, a un cuoco romano venne probabilmente l’idea di unire questi ingredienti in quello che è oggi uno dei piatti romani più mangiati e preparati! Ovviamente, oggi tutti i veri amanti di cibo italiano sanno che è il guanciale che si usa, e non la pancetta. Gli italiani sono molto legati alle tradizioni, soprattutto a quelle culinarie, quindi speriamo che non se la prendano semmai dovessero leggere questo articolo. Di seguito, infatti, troverete la ricetta rivisitata per la CARBONARA AL VERDE! Questo nome alternativo si riferisce agli ingredienti utilizzati e al fatto che costa meno rispetto all'originale! Ingredienti (per 4 persone): 320gr di spaghetti 250gr di zucchine (ecco il verde!) 4 tuorli d’uovo 100gr di pecorino grattugiato Olio evo Sale e pepe Procedimento Prima di tutto, lavate e spuntate le zucchine. Quindi, tagliatele a listarelle. Mettete un paio di cucchiai di olio in una padella e fatelo scaldare, poi aggiungetevi le zucchine e fatele tostare a fiamma alta fino a quando raggiungono un colore dorato. Quindi toglietele dall’olio e lasciatele riposare su un piatto con della carta assorbente. Conservate l’olio nella padella perché ci andremo a saltare la pasta dopo. Mettete poi l’acqua salata sul fuoco, fatela bollire e metteteci gli spaghetti a cucinare. In questo caso abbiamo scelto gli spaghetti integrali per questa versione innovativa e un po’ più light della tradizionale! Mentre gli spaghetti cuociono, è giunto il momento più atteso e allo stesso tempo temuto da chiunque cucini una carbonara: bisogna preparare la CREMA ALL UOVO! In una ciotola, mettete i tuorli e sbatteteli con il pecorino, un pizzico di sale e del pepe. Per completare, emulsionate con un mestolo di acqua di cottura: sarà quello che renderà la vostra crema più... cremosa! Quindi, a cottura ultimata, rigorosamente al dente, scolate gli spaghetti conservando un po’ di acqua di cottura. Versate gli spaghetti nella padella con l’olio delle zucchine e fateli saltare un po’. Poi spegnete il fornello, aggiungeteci le zucchine e anche la crema di uovo e mescolate in maniera uniforme. Se fosse necessario, mantecate con un po’ dell’acqua di cottura che avevate conservato in precedenza. Potete quindi impiattare, ricordando di aggiungerci del pepe e del pecorino! Buon appetito! ALTRE RICETTE DA NON PERDERE: -> Spaghetti all'assassina! -> Torta al cioccolato! Vediamo se hai appreso i contenuti di questa lezione! Prova a fare gli esercizi!
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Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme! - VALERE LA PENA – 5 errori comuni fatti dagli stranieri (e da qualche italiano)

VALERE LA PENA – 5 errori comuni fatti dagli stranieri (e da qualche italiano)

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02/28/22 • 14 min

Se c’è una locuzione che tutti gli stranieri vogliono utilizzare quando parlano italiano, quello è VALERE LA PENA. In effetti, siccome noi italiani lo usiamo molto spesso, per uno straniero questo è uno di quei verbi che fa subito suonare il proprio italiano più naturale. E fin qui siamo tutti d’accordo. Il problema è che questa è una costruzione verbale molto particolare, molto facile sbagliare. In questo video vedremo insieme i 5 errori più comuni fatti dagli stranieri (e anche da qualche italiano) con il verbo VALERE LA PENA. Come usare VALERE LA PENA Innanzitutto, cosa significa questa locuzione in italiano? Dunque, VALERE LA PENA significa “convenire, essere vantaggioso, meritare l’impegno e lo sforzo che richiede”. E adesso vediamo un po’ come si usa e quali sono gli errori più frequenti commessi con questa locuzione: comincerò da quelli apparentemente più comuni tra i principianti, e poi pian piano vedremo gli errori commessi anche dagli avanzati e da qualche madrelingua! 1 - è vale la pena Un errore che noto spesso è l’uso di “vale la pena” come se fosse un aggettivo, quindi insieme al verbo “essere”. Questo uso è completamente sbagliato, perché l’espressione “vale la pena” ha già il suo proprio verbo (“valere”), quindi non ha bisogno di un altro! Una cosa può “essere” conveniente o “essere” vantaggiosa, ma una cosa può “valere” la pena. Ad esempio: Un film vale la pena. Viaggiare vale la pena. Gli studi valgono la pena. Come potete notare, il verbo “valere” concorda in base al soggetto, cioè la cosa che è conveniente. Se quello che “vale la pena” è già stato menzionato prima e non vogliamo ripeterlo, useremo “valere la pena” con la particella NE, che vi fa riferimento ma evita la ripetizione. Ad esempio: Pensi che dovrei guardare l’ultimo film di James Bond?Oh sì! Ne vale assolutamente la pena! Secondo te, gli studi di Medicina sono una buona opzione per i giovani?Sono duri, ma ne valgono la pena, sicuramente. 2 - valuto Un altro degli errori più comuni riguarda il participio passato del verbo. Sento spesso dire cose come “Ha valuto la pena”. Ebbene, è sbagliato. Infatti, il participio passato del verbo “valere” è VALSO. ... e questo ci porta subito a parlare di un’altra questione, completamente relazionata: 3 - ha valso o è valso? Cioè, il verbo “valere” prende l’ausiliare “essere” o “avere” nei tempi composti, come per esempio il passato prossimo? Nella forma “valere la pena”, il verbo prende come ausiliare “essere”. Ma vediamo un po’ come si può utilizzare in contesti reali. Se il soggetto è presente nella frase, il verbo concorderà con lui: Quel viaggio in Thailandia è valso la pena, perché ci ha permesso di scoprire nuove culture. Tutti i miei sacrifici sono valsi la pena, perché mi hanno permesso di essere qui. (—> sono valsi, perché concorda con “i sacrifici”) Devo dire, però, che si usa meno spesso così. Si usa più frequentemente nella forma che stiamo per vedere. Se “valere la pena” si riferisce a tutta la frase precedente, si userà con la particella NE, nella forma —> ne è valsa la pena (come vedete, in questo caso il participio passato “valsa” è femminile singolare, concordato con “pena”). Ad esempio: Il viaggio in Thailandia è stato lungo è difficile ma ne è valsa la pena, perché abbiamo scoperto nuove culture. Ho fatto molti sacrifici per arrivare qui, però ne è valsa la pena. (—> fare tutti quei sacrifici è stato vantaggioso per me) 4 - vale la pena o vale la pena di? La forma più comune di usare questa struttura è “valere la pena” + verbo all’infinito, che indica ciò che è vantaggioso e conveniente. Il dubbio, però, che gli stranieri (e molti italiani) hanno è: VALE LA PENA fare qualcosa oppure VALE LA PENA DI fare qualcosa? Le grammatiche e le massime autorità della lingua italiana dicono che la forma più corretta è VALERE LA PENA DI + infinito,
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