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Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme! - VALERE LA PENA – 5 errori comuni fatti dagli stranieri (e da qualche italiano)

VALERE LA PENA – 5 errori comuni fatti dagli stranieri (e da qualche italiano)

02/28/22 • 14 min

Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
Se c’è una locuzione che tutti gli stranieri vogliono utilizzare quando parlano italiano, quello è VALERE LA PENA. In effetti, siccome noi italiani lo usiamo molto spesso, per uno straniero questo è uno di quei verbi che fa subito suonare il proprio italiano più naturale. E fin qui siamo tutti d’accordo. Il problema è che questa è una costruzione verbale molto particolare, molto facile sbagliare. In questo video vedremo insieme i 5 errori più comuni fatti dagli stranieri (e anche da qualche italiano) con il verbo VALERE LA PENA. Come usare VALERE LA PENA Innanzitutto, cosa significa questa locuzione in italiano? Dunque, VALERE LA PENA significa “convenire, essere vantaggioso, meritare l’impegno e lo sforzo che richiede”. E adesso vediamo un po’ come si usa e quali sono gli errori più frequenti commessi con questa locuzione: comincerò da quelli apparentemente più comuni tra i principianti, e poi pian piano vedremo gli errori commessi anche dagli avanzati e da qualche madrelingua! 1 - è vale la pena Un errore che noto spesso è l’uso di “vale la pena” come se fosse un aggettivo, quindi insieme al verbo “essere”. Questo uso è completamente sbagliato, perché l’espressione “vale la pena” ha già il suo proprio verbo (“valere”), quindi non ha bisogno di un altro! Una cosa può “essere” conveniente o “essere” vantaggiosa, ma una cosa può “valere” la pena. Ad esempio: Un film vale la pena. Viaggiare vale la pena. Gli studi valgono la pena. Come potete notare, il verbo “valere” concorda in base al soggetto, cioè la cosa che è conveniente. Se quello che “vale la pena” è già stato menzionato prima e non vogliamo ripeterlo, useremo “valere la pena” con la particella NE, che vi fa riferimento ma evita la ripetizione. Ad esempio: Pensi che dovrei guardare l’ultimo film di James Bond?Oh sì! Ne vale assolutamente la pena! Secondo te, gli studi di Medicina sono una buona opzione per i giovani?Sono duri, ma ne valgono la pena, sicuramente. 2 - valuto Un altro degli errori più comuni riguarda il participio passato del verbo. Sento spesso dire cose come “Ha valuto la pena”. Ebbene, è sbagliato. Infatti, il participio passato del verbo “valere” è VALSO. ... e questo ci porta subito a parlare di un’altra questione, completamente relazionata: 3 - ha valso o è valso? Cioè, il verbo “valere” prende l’ausiliare “essere” o “avere” nei tempi composti, come per esempio il passato prossimo? Nella forma “valere la pena”, il verbo prende come ausiliare “essere”. Ma vediamo un po’ come si può utilizzare in contesti reali. Se il soggetto è presente nella frase, il verbo concorderà con lui: Quel viaggio in Thailandia è valso la pena, perché ci ha permesso di scoprire nuove culture. Tutti i miei sacrifici sono valsi la pena, perché mi hanno permesso di essere qui. (—> sono valsi, perché concorda con “i sacrifici”) Devo dire, però, che si usa meno spesso così. Si usa più frequentemente nella forma che stiamo per vedere. Se “valere la pena” si riferisce a tutta la frase precedente, si userà con la particella NE, nella forma —> ne è valsa la pena (come vedete, in questo caso il participio passato “valsa” è femminile singolare, concordato con “pena”). Ad esempio: Il viaggio in Thailandia è stato lungo è difficile ma ne è valsa la pena, perché abbiamo scoperto nuove culture. Ho fatto molti sacrifici per arrivare qui, però ne è valsa la pena. (—> fare tutti quei sacrifici è stato vantaggioso per me) 4 - vale la pena o vale la pena di? La forma più comune di usare questa struttura è “valere la pena” + verbo all’infinito, che indica ciò che è vantaggioso e conveniente. Il dubbio, però, che gli stranieri (e molti italiani) hanno è: VALE LA PENA fare qualcosa oppure VALE LA PENA DI fare qualcosa? Le grammatiche e le massime autorità della lingua italiana dicono che la forma più corretta è VALERE LA PENA DI + infinito,
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Se c’è una locuzione che tutti gli stranieri vogliono utilizzare quando parlano italiano, quello è VALERE LA PENA. In effetti, siccome noi italiani lo usiamo molto spesso, per uno straniero questo è uno di quei verbi che fa subito suonare il proprio italiano più naturale. E fin qui siamo tutti d’accordo. Il problema è che questa è una costruzione verbale molto particolare, molto facile sbagliare. In questo video vedremo insieme i 5 errori più comuni fatti dagli stranieri (e anche da qualche italiano) con il verbo VALERE LA PENA. Come usare VALERE LA PENA Innanzitutto, cosa significa questa locuzione in italiano? Dunque, VALERE LA PENA significa “convenire, essere vantaggioso, meritare l’impegno e lo sforzo che richiede”. E adesso vediamo un po’ come si usa e quali sono gli errori più frequenti commessi con questa locuzione: comincerò da quelli apparentemente più comuni tra i principianti, e poi pian piano vedremo gli errori commessi anche dagli avanzati e da qualche madrelingua! 1 - è vale la pena Un errore che noto spesso è l’uso di “vale la pena” come se fosse un aggettivo, quindi insieme al verbo “essere”. Questo uso è completamente sbagliato, perché l’espressione “vale la pena” ha già il suo proprio verbo (“valere”), quindi non ha bisogno di un altro! Una cosa può “essere” conveniente o “essere” vantaggiosa, ma una cosa può “valere” la pena. Ad esempio: Un film vale la pena. Viaggiare vale la pena. Gli studi valgono la pena. Come potete notare, il verbo “valere” concorda in base al soggetto, cioè la cosa che è conveniente. Se quello che “vale la pena” è già stato menzionato prima e non vogliamo ripeterlo, useremo “valere la pena” con la particella NE, che vi fa riferimento ma evita la ripetizione. Ad esempio: Pensi che dovrei guardare l’ultimo film di James Bond?Oh sì! Ne vale assolutamente la pena! Secondo te, gli studi di Medicina sono una buona opzione per i giovani?Sono duri, ma ne valgono la pena, sicuramente. 2 - valuto Un altro degli errori più comuni riguarda il participio passato del verbo. Sento spesso dire cose come “Ha valuto la pena”. Ebbene, è sbagliato. Infatti, il participio passato del verbo “valere” è VALSO. ... e questo ci porta subito a parlare di un’altra questione, completamente relazionata: 3 - ha valso o è valso? Cioè, il verbo “valere” prende l’ausiliare “essere” o “avere” nei tempi composti, come per esempio il passato prossimo? Nella forma “valere la pena”, il verbo prende come ausiliare “essere”. Ma vediamo un po’ come si può utilizzare in contesti reali. Se il soggetto è presente nella frase, il verbo concorderà con lui: Quel viaggio in Thailandia è valso la pena, perché ci ha permesso di scoprire nuove culture. Tutti i miei sacrifici sono valsi la pena, perché mi hanno permesso di essere qui. (—> sono valsi, perché concorda con “i sacrifici”) Devo dire, però, che si usa meno spesso così. Si usa più frequentemente nella forma che stiamo per vedere. Se “valere la pena” si riferisce a tutta la frase precedente, si userà con la particella NE, nella forma —> ne è valsa la pena (come vedete, in questo caso il participio passato “valsa” è femminile singolare, concordato con “pena”). Ad esempio: Il viaggio in Thailandia è stato lungo è difficile ma ne è valsa la pena, perché abbiamo scoperto nuove culture. Ho fatto molti sacrifici per arrivare qui, però ne è valsa la pena. (—> fare tutti quei sacrifici è stato vantaggioso per me) 4 - vale la pena o vale la pena di? La forma più comune di usare questa struttura è “valere la pena” + verbo all’infinito, che indica ciò che è vantaggioso e conveniente. Il dubbio, però, che gli stranieri (e molti italiani) hanno è: VALE LA PENA fare qualcosa oppure VALE LA PENA DI fare qualcosa? Le grammatiche e le massime autorità della lingua italiana dicono che la forma più corretta è VALERE LA PENA DI + infinito,

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undefined - MENTRE o DURANTE? Significati, usi ed esempi!

MENTRE o DURANTE? Significati, usi ed esempi!

"MENTRE la festa" o "DURANTE la festa"? "MENTRE facevo" o "DURANTE facevo"? In questa lezione parleremo di MENTRE e DURANTE, due parole che vengono spesso confuse, ma che in realtà si usano in modi piuttosto diversi! Vediamo di fare un po' di chiarezza insieme... MENTRE MENTRE ha diversi significati e usi, ma in ognuno di loro è sempre seguito da un verbo. 1 - Significato TEMPORALE In questo caso, MENTRE ha il significato di “nel tempo in cui, intanto che”. Perciò, indica un’azione (espressa da un verbo) che si svolge nello stesso momento di un'altra azione (espressa da un altro verbo). Tali azioni possono essere svolte al presente, al passato o al futuro. Vediamo degli esempi: Mentre faccio la doccia, ascolto la musica. In questa frase, entrambe le azioni sono svolte nel presente. La parola MENTRE ci dice che l'azione di "ascoltare la musica" si svolge nello stesso momento dell'azione di "fare la doccia". Domani, mentre io lavorerò, tu pulirai tutta la casa. Non te ne dimenticare! In questa frase, entrambe le azioni saranno svolte nel futuro. La parola MENTRE ci dice che l'azione di "lavorare" si svolgerà nello stesso momento dell'azione di "pulire la casa". Questa mattina, mentre Paola preparava il pranzo, io facevo shopping su LearnAmo Collection. Questa mattina, mentre facevo la doccia, è andata via l’acqua. In entrambe queste frasi, le due azioni sono state svolte nel passato. Però, a proposito del passato, è doveroso fare una precisazione! Infatti, quando MENTRE collega due azioni passate, ci possono essere due casi: 1. MENTRE + imperfetto, imperfetto Entrambi i verbi sono coniugati all'imperfetto se le due azioni si svolgono parallelamente, cioè allo stesso tempo, e continuano senza che una interferisca con l'altra. Questa mattina, mentre Paola preparava il pranzo, io facevo shopping su LearnAmo Collection. 2. MENTRE + imperfetto, passato prossimo Invece, se c'è un'azione che continua nel tempo e un'altra che, in un preciso momento, la interrompe, la situazione cambia. MENTRE seguito da un verbo all'imperfetto esprime l'azione che continua nel tempo, invece un verbo al passato prossimo indica l'azione che va a interrompere. Questa mattina, mentre facevo la doccia, è andata via l’acqua. 2 - Significato AVVERSATIVO In questo caso, MENTRE ha il significato di “invece, laddove, al contrario”, cioè esprime una cosa contraria a quanto detto prima. Per esempio: Hai voluto fare di testa tua, mentre avresti fatto meglio ad ascoltare i miei consigli. Mio fratello è vegano, mentre io mangio qualsiasi cosa! In questo caso, MENTRE può essere rafforzato aggiungendo l’avverbio invece (il significato non cambia, semplicemente si rafforza). Per esempio: Che bello! Sono arrivate le cose che avevo ordinato su Amazon! Le aspettavo domani, mentre invece sono arrivate oggi! 3 - IN QUEL MENTRE In questo caso, MENTRE si trova all'interno di un'espressione fissa, "IN QUEL MENTRE", che ha il significato di "proprio in quello stesso momento, esattamente allora". Per esempio: Stavo facendo colazione tranquillamente e in quel mentre ho avuto l’ispirazione per la mia prossima poesia. Una domanda frequente riguardo MENTRE è... MENTRE è seguito da CHE? Ebbene, in passato sì. Infatti, Dante scriveva: Mentre che l’uno spirto questo disse, l’altro piangea. Ma nell'italiano attuale non si usa. È rimasta solo in alcune varietà regionali e popolari: Nel mentre che rientravo è iniziato a piovere. DURANTE DURANTE viene spesso confuso con MENTRE per il suo significato temporale. Infatti, anche DURANTE indica un'azione che si svolge nello stesso momento di un'altra. E qual è la differenza rispetto a MENTRE? DURANTE è sempre seguito da un sostantivo: non si usa mai con un verbo! Il suo significato è “nel corso di, nel tempo di”. Per esempio:

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undefined - CASA MARIA LUIGIA: un’esperienza a 3 STELLE… MICHELIN!

CASA MARIA LUIGIA: un’esperienza a 3 STELLE… MICHELIN!

In questo articolo mettiamo da parte lo studio teorico della grammatica e della cultura italiana per portarvi con noi a vivere un'esperienza a 3 stelle Michelin! Infatti, siamo andati nella campagna subito fuori la città di Modena, dov'è situata Casa Maria Luigia - questo è il nome della villa che lo chef stellato italiano Massimo Bottura e sua moglie Lara hanno comprato e trasformato in una sorta di albergo, una guest house. L'esperienza a Casa Maria Luigia Qui a Casa Maria Luigia si può provare il loro tasting menù, il menù degustazione di 9 portate con i piatti più popolari dello chef, che hanno fatto la storia del suo famosissimo ed esclusivissimo ristorante Osteria Francescana. Il menù degustazione costa 310€ a persona, e c’è anche l’opzione di aggiungere una degustazione di vini per 140€ a persona, per accompagnare ogni portata del menù. Prima di parlarvi di tutto il cibo delizioso, dobbiamo assolutamente raccontarvi dello Chef che ha reso tutto questo possibile: Massimo Bottura. MASSIMO BOTTURA: chef, appassionato d'arte e filantropo Per chi non lo conoscesse, dovete sapere che Massimo Bottura è, a Modena, in Italia e probabilmente nel mondo intero, una leggenda tra gli amanti e gli intenditori del buon cibo. Nato e cresciuto nella città di Modena, dopo varie esperienze in giro per il mondo, nel 1995 è tornato a Modena e ha rilevato una trattoria nel centro della città, chiamata Osteria Francescana. Il suo intento è quello di unire i piatti della tradizione locale con l’arte contemporanea, di cui è un grande appassionato. Ha ricevuto la sua prima stella Michelin nel 2002, la seconda nel 2006 e la terza nel 2012, oltre a una miriade di altri premi e riconoscimenti. Tra le altre cose, è da anni ai primi posti nella lista dei World’s 50 Best Restaurants e più volte è stato anche primo. A Modena, tutti lo stimano perché ha aiutato notevolmente la città, anche nei momenti più difficili, come a seguito del terremoto del 2012: come racconta nell’episodio a lui dedicato della serie Netflix “Chef’s Table”, infatti, dopo questo disastro, ha inventato il piatto “risotto cacio e pepe” per far sì che l’azienda produttrice del Parmigiano Reggiano potesse vendere in tutto il mondo le sue scorte di formaggio, che altrimenti sarebbero state distrutte dopo il terremoto. La VILLA: una "casa lontano da casa" A maggio del 2019 ha deciso di acquistare con sua moglie questa proprietà per garantire ai loro ospiti un’esperienza in più: quella di una “casa lontano da casa”. Questa villa, completamente a disposizione degli ospiti, comprende un totale di 12 stanze, tra cui una cucina, una sala di intrattenimento, una sala per i liquori e anche una della musica - qui, gli ospiti possono girare a loro piacimento, mangiare, bere e fare quello che vogliono. All'esterno della villa troviamo il giardino, anch'esso incredibile. Inoltre, possiamo trovare un orto, un campo da tennis, una piscina, un laghetto...e tantissimo verde! La CENA: un'Esperienza FAMIGLIARE e DOMESTICA L’idea di esperienza famigliare e domestica della villa ritorna anche nella sala del ristorante, dove Massimo e Lara hanno voluto “rompere” la parete tra la cucina e la sala, così che gli ospiti possano vedere i cuochi all'opera. In più, i tavoli sono molto grandi: questo consente alla gente di condividere il proprio tavolo con altre persone, di fare conversazione e di avere un’esperienza sociale - un'idea super promossa, per quanto ci riguarda! La CENA: il Menù La chef che ha cucinato per noi ci ha offerto un racconto e una spiegazione per ogni piatto, il tutto in inglese perché quel giorno gli ospiti erano stranieri, ma io ve la faccio in italiano. Prima portata - Mont Saint Michel Si tratta di un piatto di cui Massimo ha avuto ispirazione mentre era proprio (indovinate un po’?) a Mont Saint Michel, in Francia, dove le ostriche sono eccezionali e a lui piacevano molto.

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