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Alaska Pod - “Dichiarazione dei poeti”, di Patrick Chamoiseau

“Dichiarazione dei poeti”, di Patrick Chamoiseau

06/02/19 • 6 min

Alaska Pod

Sono alcune settimane che voglio leggervi ad alta voce la “Dichiarazione dei poeti” che fa da postilla al librino di Patrick Chamoiseau, “Fratelli migranti (contro la barbarie)”, uscito quest’anno per Add editore. Le prime tre volte che ci ho provato la voce mi si rompeva al punto che ho dovuto rinunciare.

Francese di famiglia della Martinica, esploratore delle radici creole, innamorato della tradizione orale, ispiratore di tanti scrittori meticci (qualcuno anche di casa nostra), rivelato al mondo da quel capolavoro che è “Texaco”, Chamoiseau ha scritto un manifesto contro la negazione dell’accoglienza che spiega meglio di qualunque altro testo io abbia trovato perché l’accoglienza crea relazione e fluidità e quindi rinnovo vitale per tutti, perché la vera sicurezza è l’accoglienza, perché la mondialità è cosa assai diversa, anzi opposta, rispetto alla mondializzazione liberista, e infine perché leggere e scrivere e fare arte è non solo strumento politico ma strumento di azione, e come anche il più piccolo gesto individuale – offrire un caffè – può nutrire una corrente che si oppone alle “forze contrarie”.

La “Dichiarazione dei poeti” è un manifesto artistico per una visione radicale del mondo. Resta magnifico in italiano grazie alla traduzione di Maurizia Balmelli e Silvia Mercurio. Chamoiseau dice che “Fratelli migranti” è “un libro scritto per essere recitato, letto, cantato, ascoltato, declamato, offerto alle danze e alla musica”, e così ho registrato “La dichiarazione dei poeti” per strada, sotto il portone di casa, in una domenica che è festa della Repubblica e quasi fine di Ramadan, in una pausa fra un tram e l’altro.

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Francese di famiglia della Martinica, esploratore delle radici creole, innamorato della tradizione orale, ispiratore di tanti scrittori meticci (qualcuno anche di casa nostra), rivelato al mondo da quel capolavoro che è “Texaco”, Chamoiseau ha scritto un manifesto contro la negazione dell’accoglienza che spiega meglio di qualunque altro testo io abbia trovato perché l’accoglienza crea relazione e fluidità e quindi rinnovo vitale per tutti, perché la vera sicurezza è l’accoglienza, perché la mondialità è cosa assai diversa, anzi opposta, rispetto alla mondializzazione liberista, e infine perché leggere e scrivere e fare arte è non solo strumento politico ma strumento di azione, e come anche il più piccolo gesto individuale – offrire un caffè – può nutrire una corrente che si oppone alle “forze contrarie”.

La “Dichiarazione dei poeti” è un manifesto artistico per una visione radicale del mondo. Resta magnifico in italiano grazie alla traduzione di Maurizia Balmelli e Silvia Mercurio. Chamoiseau dice che “Fratelli migranti” è “un libro scritto per essere recitato, letto, cantato, ascoltato, declamato, offerto alle danze e alla musica”, e così ho registrato “La dichiarazione dei poeti” per strada, sotto il portone di casa, in una domenica che è festa della Repubblica e quasi fine di Ramadan, in una pausa fra un tram e l’altro.

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undefined - Alaska pod #5: 21 redazioni ammettono che nessuno sta salvando niente

Alaska pod #5: 21 redazioni ammettono che nessuno sta salvando niente

Finalmente ecco la quinta puntata di Alaska Pod, il mio nuovo podcast dedicato all’esplorazione degli archivi digitali che stiamo perdendo, delle ragioni per cui li stiamo perdendo, e di alcuni modi per evitare di perderli.

Per fortuna non siamo soli a preoccuparci – il Tow Center for Digital Journalism della Columbia University ha appena pubblicato i risultati della sua ricerca durata due anni. Se ne ricava che la stragrande maggioranza dei giornalisti e delle redazioni non solo non hanno sistemi integrati che includano l’archiviazione nel processo di produzione delle notizie, ma sono convinti di potersi appoggiare in sicurezza a piattaforme di aziende private, documenti condivisi i cui privilegi possono essere revocati in qualunque momento, e homepage che potrebbero scomparire alla prima migrazione del sistema di gestione dei contenuti. Questa “distrazione” non solo mette a rischio la conservazione del loro lavoro, ma minaccia la varietà delle versioni della Storia, lasciando il primato ai media più grossi e mainstream. Le autrici del report insistono su una serie di raccomandazioni, e sperano che non sia troppo tardi per innescare sistemi virtuosi di salvataggio del giornalismo digitale.

Note di produzione: ecco i link utili della quinta puntata. Per sostenere il podcast, oltre a iscrivervi gratuitamente al podcast e votarlo su iTunes o lasciare una recensione – che è sempre una cosa molto preziosa! – ecco la mia campagna personale di crowdfunding su Patreon: patreon.com/MarinaPetrillo – anche con una piccolissima donazione mensile da subito comincerete a ricevere la mia newsletter settimanale e il mio podcast in anteprima. Alaska Pod non esisterebbe senza i miei Patron e li ringrazio di cuore.

La canzone di questa puntata è “Life” di Zapa, che trovate sul Free Music Archive così come la sigla, che è “Drones” di Psychadelik Pedestrian.

La principale risorsa citata nella puntata è il rapporto del Tow Center, con tutte le sue appendici.

Alaska Pod è una produzione Alaska Label.

Un grande abbraccio e buon ascolto! The post Alaska pod #5: 21 redazioni ammettono che nessuno sta salvando niente first appeared on Alaska.

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Leggo la piazza elettrica #1: la battaglia del Qasr el Nil

Letture tratte da Canto la piazza elettrica di Marina Petrillo, poema-reportage su piazza Tahrir al Cairo e la storia delle piazze occupate.

Prima puntata, la scena di apertura del libro, la battaglia sul ponte dei leoni al Cairo il 28 gennaio 2011.

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