
Narciso
09/20/24 • 3 min
Episodio precedente

Libro degli incantesimi- M.M. Judas / Audiolibro
«Cos’è in fondo la morte, se non l’illusione della fine del tempo? Non è un paradosso, oltre che una follia, l’ostinarci a misurare il fatto che siamo vivi grazie al fatto che non siamo morti? Ma se la morte non esiste... allora non esiste neanche la vita? E se la vita, la morte e il tempo non esistono, cosa rimane? Tu». M.M. Judas. Il libro per imparare a riconoscere gli incantesimi che fin da piccoli ci irretiscono, impedendoci di esprimere il nostro autentico potenziale, e a mettere in pratica i relativi contro-incantesimi. Dopo aver affascinato e appassionato migliaia di lettori con La via della trasmutazione alchemica, M.M. Judas torna per addestrarci all’arte della sovversione dello status quo in cui siamo immersi. Il Libro degli incantesimi ci invita infatti a sovvertire il modo di guardare le cose e con ciò a scoprire la selva di incantesimi nella quale siamo imprigionati: incantesimi che ci irretiscono, condizionandoci e appesantendoci a nostra insaputa. Espressioni all’apparenza innocue e che siamo abituati a sentire e ripetere – «Devi combattere per ciò che ami», «La vita è un inferno», «Devi perdonare», «La solitudine è triste» e molte altre – non appena osservate da una diversa prospettiva mostrano la loro vera natura di nefasti sortilegi: incantesimi bloccanti e sminuenti che Judas ci indica uno per uno, insegnandoci non solo a identificarli come tali, ma anche a formulare e mettere in pratica i relativi contro-incantesimi, affinché la malìa sia definitivamente spezzata e ogni aspetto della nostra vita possa essere vissuto con piena autenticità e libertà. Un portale d’accesso a quel mondo sospeso tra realtà e magia, a quello spazio troppo vero per essere assurdo e al contempo troppo assurdo per essere vero, ma dal quale è possibile vedere le cose per ciò che sono davvero e recuperare il proprio potere di cambiarle concretamente.
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Arakne
Vivo Perennemente nel Vuoto A contatto con il moto Danzando a tempo. Ci pensi mai che Il tuo corpo è In prestito? Un dono dalla terra La tua creatura! Abbine cura! Amala Nutrila Sentila, scoprila Spogliala e ricoprila Svestila e incarnala Ogni istante , una rinascita Ad un battito di ciglia Apri le pareti, sfondale Credici e Vedi L’oro che dimora in te Essa una gemma Preziosa rarità che S’espande e vibra Costante È iniziata la Nuova Era Un anno e mezzo è durato il mio reclutamento Ho abbandonato tutto, averi, amici , affetti e famiglia ; conoscenze personali e ricordi di esperienze ; nulla sussistette più del mio io incarnato, e andai. Superai le barriere incarnati e, le forze della creazione materiale, doni di fusioni tra forze antagonisti e plasmatici ; disintegrai ciò che fu stato e riesumai il sempiterno Raggiungi un burrone dopo il vuoto assoluto ; Lui Tuonò dopo avermi mostrato l’iperuranio , mi Amò in ogni fase, da amante sublime, padre e madre mi condusse con mano , tale atto era il mio occhio, la vista donata da un’unione cardiaca sempre più profonda , intrinseca Fino a esplodere in un’esplosiva estrinsecazione Così nacque la stella e l’angelo cadde Le ali si sciolsero nella caduta, ripresi via via tutti i corpi, i ricordi, le memorie e nell esperienza riesumai dai frutti le ceneri passate, che come fuliggine apparivano, moscerini suoi emissari libravano attorno al mio corpo umano mentre il Suo sorriso approvava ; come uno sguardo che esprime “ti ri-cordi?” , sciogliendo i nodi della corda, sui i fili della tela ci muoviamo ; adesso consapevole io sono, dell’utilità di tale dono. Non più cerco di evadere perché sono, è un maglione per esperire il gelo senza congelare, nulla di ciò che è creato in Verità è male, Caso non viene se non per ingannare , l’universo ha occhi e orecchie infiniti quanti suoni da mostrare L’immenso non-sapere non-volere ;negare la brama di volere e prendere, atto di tendenza alla chiusura, dominio falsato , distorsione contorta di un ragno ingarbugliato nella sua stessa tela, affamato perché non ricorda del potere della sua sa-liva , aumenta il peso anziché librarsi , scivolare sui suoi stessi prodotti di gustosità leggiadra Mi chiamò Arakne e mi diede la corona A me la scelta perenne spetta ora.
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