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Le Interviste di Radio Number One - Nina Zilli: «Da ragazzina avevo il baffo e non mi filava nessuno»

Nina Zilli: «Da ragazzina avevo il baffo e non mi filava nessuno»

03/13/25 • 26 min

Le Interviste di Radio Number One
Durante la mattinata di giovedì 13 marzo, nel programma Degiornalist – condotto da Fabiana Paolini e Claudio Chiari – abbiamo ospitato Nina Zilli, cantautrice, personaggio televisivo e conduttrice radiofonica, che ha partecipato 4 volte al Festival di Sanremo e nel 2012 ha rappresentato l'Italia all'Eurovision Song Contest. Prima del tour estivo Nina Zilli sarà in concerto a Milano, il 26 marzo presso il Teatro Carcano, e a Roma, il 27 marzo presso l'Auditorium Parco della Musica: «I concerti a teatro sono molto intimi, ma anche molto immersivi e arriva di più l'energia del pubblico. A Milano ci sarà anche una super sorpresa che ho già spoilerato qualche giorno fa: ci sarà anche il Redemption Gospel Choir».DA RAGAZZINA AVEVO IL BAFFO E NON MI FILAVANO – «Penso che tantissimi tra quelli che fanno il mio lavoro hanno avuto un'infanzia così, un po' traumatica. Da ragazzina avevo anche quella cosa che si chiamava baffo. Attenzione, non i baffetti! Perché un giorno un giornalista scrisse: in più aveva i baffi neri. Io dico "No, guardi, ma p**** miseria!"».TUTTA L'EMOZIONE NEL NOME DI MIA FIGLIA - «Il nome di mia figlia è Anna Blue, con la "e" per ricordare la "blue note", la nota che mi smuove tutto, che mi commuove, quella del blues, del jazz e del rhythm and blues. Se sento Pino Daniele, Zucchero, Giorgia o tutti quelli che non ho citato, se sento la blue note vado fuori di testa».AUTOTUNE SI O NO? – «Penso che il sound sia fondamentale per un artista. Per cui se un artista vuole usare l'autotune va benissimo perché l'autotune fa parte di di un mondo, di uno stile. Ma ho un'altra cosa da dirvi: saper cantare bene nel nostro lavoro non è importante. Penso ai The Clash, ai Ramones, penso ai The Cramps. La gente amava le loro canzoni nonostante cantassero stonati, perché la musica non è solo perfezione. È qualcosa che ti prende la pancia e può anche essere fatta male, cruda, però vera».
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Durante la mattinata di giovedì 13 marzo, nel programma Degiornalist – condotto da Fabiana Paolini e Claudio Chiari – abbiamo ospitato Nina Zilli, cantautrice, personaggio televisivo e conduttrice radiofonica, che ha partecipato 4 volte al Festival di Sanremo e nel 2012 ha rappresentato l'Italia all'Eurovision Song Contest. Prima del tour estivo Nina Zilli sarà in concerto a Milano, il 26 marzo presso il Teatro Carcano, e a Roma, il 27 marzo presso l'Auditorium Parco della Musica: «I concerti a teatro sono molto intimi, ma anche molto immersivi e arriva di più l'energia del pubblico. A Milano ci sarà anche una super sorpresa che ho già spoilerato qualche giorno fa: ci sarà anche il Redemption Gospel Choir».DA RAGAZZINA AVEVO IL BAFFO E NON MI FILAVANO – «Penso che tantissimi tra quelli che fanno il mio lavoro hanno avuto un'infanzia così, un po' traumatica. Da ragazzina avevo anche quella cosa che si chiamava baffo. Attenzione, non i baffetti! Perché un giorno un giornalista scrisse: in più aveva i baffi neri. Io dico "No, guardi, ma p**** miseria!"».TUTTA L'EMOZIONE NEL NOME DI MIA FIGLIA - «Il nome di mia figlia è Anna Blue, con la "e" per ricordare la "blue note", la nota che mi smuove tutto, che mi commuove, quella del blues, del jazz e del rhythm and blues. Se sento Pino Daniele, Zucchero, Giorgia o tutti quelli che non ho citato, se sento la blue note vado fuori di testa».AUTOTUNE SI O NO? – «Penso che il sound sia fondamentale per un artista. Per cui se un artista vuole usare l'autotune va benissimo perché l'autotune fa parte di di un mondo, di uno stile. Ma ho un'altra cosa da dirvi: saper cantare bene nel nostro lavoro non è importante. Penso ai The Clash, ai Ramones, penso ai The Cramps. La gente amava le loro canzoni nonostante cantassero stonati, perché la musica non è solo perfezione. È qualcosa che ti prende la pancia e può anche essere fatta male, cruda, però vera».

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undefined - Quintili (“Il Salvagente”): «Nel miele tracce di diversi pesticidi»

Quintili (“Il Salvagente”): «Nel miele tracce di diversi pesticidi»

Mercoledì 12 marzo, nel programma Donne al Volante con la nostra Liliana Russo, il direttore del mensile Il Salvagente Riccardo Quintili ci ha parlato della qualità del miele prodotto in Italia. «Nel miele abbiamo trovato tracce di diversi pesticidi. Tra questi i neonicotinoidi, che sono vietati nei paesi più avanzati, perché uccidono le api. La situazione è allarmante perché questo tipo di pesticida viene molto utilizzato in Italia anche in periodi di fioritura, quando le api raccolgono il nettare sui fiori».
FRESCHEZZA DEL MIELE E RISPETTO PER LE API - «Un parametro di legge, che serve a misurare la freschezza del miele, è l'HMF. Con il passare del tempo il miele si deteriora. Anche se il problema è organolettico, non di genuinità, l'esposizione nei reparti dei supermercati e nei magazzini non è ottimale e ci vorrebbe un po' più di cura. L'ape è fondamentale, senza le api non ci sarebbero tantissime piante» aggiunge il direttore.

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undefined - La ricercatrice Bianca Bonato: «Le piante sono intelligenti»

La ricercatrice Bianca Bonato: «Le piante sono intelligenti»

Durante la mattinata di venerdì 14 marzo, nel programma Degiornalist - Gli Spaccanotizie – condotto da Fabiana Paolini e Claudio Chiari – abbiamo ospitato Bianca Bonato, ricercatrice presso il Dipartimento di Psicologia Generale dell'Università degli Studi di Padova, che ci ha parlato di intelligenza e comunicazione nelle piante: «Abbiamo sempre pensato che le capacità di comunicare, muoversi e prendere decisioni fossero possibili solo in organismi con un cervello, ma anche le piante sono capaci di interagire con l'ambiente e hanno processi come la comunicazione e il movimento, che cambiano a seconda che si trovino nel vaso da sole o con delle vicine. Hanno inoltre un linguaggio chimico che si esprime tramite l'emissione di molecole organiche volatili».

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