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Educazione Finanziaria - Gabriele Benedetto: Tutte le strade portano… alla digitalizzazione

Gabriele Benedetto: Tutte le strade portano… alla digitalizzazione

03/14/22 • 14 min

Educazione Finanziaria
“I dati sono utilissimi per creare sempre il servizio successivo. L’innovazione è cultura”. Lo ha affermato Gabriele Benedetto, amministratore delegato di Telepass, ospite di “Educazione finanziaria: partire dalle basi” un podcast di Fortune Italia, in collaborazione con Bitpanda.
Telepass, oltre al noto servizio di pagamento del pedaggio autostradale, offre altri servizi con Telepass Pay: strisce blu, bollo, mezzi pubblici, servizi di food and drink. Con 7 milioni di clienti e oltre 10 milioni di dispositivi in circolazione su più di 163.500 chilometri di reti autostradali nei 14 Paesi europei nei quali opera, Telepass è la più vecchia fintech italiana. “Abbiamo una storia preziosa alle spalle – spiega l’AD di Telepass, Gabriele Benedetto - Per i pagamenti digitali è molto importante creare un caso d’uso che il cliente possa apprezzare e il caso d’uso è il fattore più importante nel guidare la digitalizzazione dei pagamenti. Con Telepass Pay abbiamo portato questa esperienza all’ennesima potenza. Pensiamo al pagamento delle strisce blu o al parcheggio in aeroporto, o ancora l’area C di Milano”.
L’utilizzo dei servizi, secondo Benedetto, è alla base della fidelizzazione del cliente di Telepass che dispone di un’alfabetizzazione finanziaria base. “Grazie agli use case stiamo costruendo servizi sempre più a misura del cliente – spiega l’AD – quali, ad esempio, il lavaggio dell’auto, il rifornimento, la ricarica elettrica, lo skipass: tutto per semplificare la vita del nostro utente. Colleghiamo 7 milioni di conti correnti e a fine mese preleviamo dal conto dei nostri clienti quello che abbiamo speso e versato, ogni giorno, a chi eroga il servizio e quindi gestiamo anche un rischio di credito”.
Quanto è importante l’esperienza d’uso per far crescere l’utilizzo dei pagamenti digitali? “La modalità d’uso è tutto – afferma Benedetto - Pensiamo al nostro servizio di lavaggio auto. Abbiamo la leadership del mercato delle strisce blu, il pagamento che viene fatto con l’app al posto del parcometro. A Milano, per esempio, tra le 8 e le 10 del mattino facciamo 270 transazioni al secondo: tutte persone che ci dicono dov’è parcheggiata l’auto e quanto tempo resta ferma. A loro possiamo offrire il servizio di lavaggio auto a domicilio e dire ‘nel giro di 2 ore posso farti trovare l’auto pulita’. Credo che questo sia un esempio di come abbiamo preso una startup che aveva difficoltà di crescita e l’abbiamo portata a un caso di successo, perché abbiamo migliorato l’esperienza d’uso”.
Dove ci porta il futuro? “A valorizzare sempre più i dati che raccogliamo dai nostri clienti per generare le nuove occasioni di pagamento. Tutti ambiscono ad avere i dati legati alla mobilità. Noi li abbiamo e non intendiamo monetizzare vendendoli all’esterno perché il nostro guadagno è solo legato all’abbonamento che i nostri clienti pagano ogni mese”.
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“I dati sono utilissimi per creare sempre il servizio successivo. L’innovazione è cultura”. Lo ha affermato Gabriele Benedetto, amministratore delegato di Telepass, ospite di “Educazione finanziaria: partire dalle basi” un podcast di Fortune Italia, in collaborazione con Bitpanda.
Telepass, oltre al noto servizio di pagamento del pedaggio autostradale, offre altri servizi con Telepass Pay: strisce blu, bollo, mezzi pubblici, servizi di food and drink. Con 7 milioni di clienti e oltre 10 milioni di dispositivi in circolazione su più di 163.500 chilometri di reti autostradali nei 14 Paesi europei nei quali opera, Telepass è la più vecchia fintech italiana. “Abbiamo una storia preziosa alle spalle – spiega l’AD di Telepass, Gabriele Benedetto - Per i pagamenti digitali è molto importante creare un caso d’uso che il cliente possa apprezzare e il caso d’uso è il fattore più importante nel guidare la digitalizzazione dei pagamenti. Con Telepass Pay abbiamo portato questa esperienza all’ennesima potenza. Pensiamo al pagamento delle strisce blu o al parcheggio in aeroporto, o ancora l’area C di Milano”.
L’utilizzo dei servizi, secondo Benedetto, è alla base della fidelizzazione del cliente di Telepass che dispone di un’alfabetizzazione finanziaria base. “Grazie agli use case stiamo costruendo servizi sempre più a misura del cliente – spiega l’AD – quali, ad esempio, il lavaggio dell’auto, il rifornimento, la ricarica elettrica, lo skipass: tutto per semplificare la vita del nostro utente. Colleghiamo 7 milioni di conti correnti e a fine mese preleviamo dal conto dei nostri clienti quello che abbiamo speso e versato, ogni giorno, a chi eroga il servizio e quindi gestiamo anche un rischio di credito”.
Quanto è importante l’esperienza d’uso per far crescere l’utilizzo dei pagamenti digitali? “La modalità d’uso è tutto – afferma Benedetto - Pensiamo al nostro servizio di lavaggio auto. Abbiamo la leadership del mercato delle strisce blu, il pagamento che viene fatto con l’app al posto del parcometro. A Milano, per esempio, tra le 8 e le 10 del mattino facciamo 270 transazioni al secondo: tutte persone che ci dicono dov’è parcheggiata l’auto e quanto tempo resta ferma. A loro possiamo offrire il servizio di lavaggio auto a domicilio e dire ‘nel giro di 2 ore posso farti trovare l’auto pulita’. Credo che questo sia un esempio di come abbiamo preso una startup che aveva difficoltà di crescita e l’abbiamo portata a un caso di successo, perché abbiamo migliorato l’esperienza d’uso”.
Dove ci porta il futuro? “A valorizzare sempre più i dati che raccogliamo dai nostri clienti per generare le nuove occasioni di pagamento. Tutti ambiscono ad avere i dati legati alla mobilità. Noi li abbiamo e non intendiamo monetizzare vendendoli all’esterno perché il nostro guadagno è solo legato all’abbonamento che i nostri clienti pagano ogni mese”.

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undefined - Claudia Vassena: "Donne e cultura finanziaria"

Claudia Vassena: "Donne e cultura finanziaria"

Promuovere l’educazione finanziaria tra donne e continuare a rafforzare le azioni di empowerment nell’universo femminile sono due ingredienti essenziali per ridurre il gap di conoscenza e cultura finanziaria tra uomini e donne in Italia e in Europa. È la ricetta di Claudia Vassena, responsabile di Buddybank, la banca per smartphone di UniCredit, intervenuta a “Educazione finanziaria: partire dalle basi” un podcast di Fortune Italia, in collaborazione con Bitpanda.
“Spesso le donne si sottovalutano o si considerano poco brave ed esperte – spiega l’ingegner Vassena - Invece spesso ne sappiamo più del nostro compagno e dei nostri amici. Bisogna dare un empowerment alle nostre figlie, alle nostre sorelle o cugine per dare loro più forza e consapevolezza nel raccontare quello che pensano e che hanno conosciuto e appreso. Inoltre è opportuno evitare di commettere l’errore di credere che chi sia altamente digitalizzato o altamente formato lo sia anche a livello finanziario. Pensiamo ai ragazzi che spendono gran parte della loro vita nel mondo digitale, ma non sono finanziariamente evoluti perché basano le loro conoscenze solo sui post che leggono sui social; o ancora alle donne laureate nelle facoltà “Stem” che rappresentano una percentuale nettamente inferiore a quella degli uomini”.
Quali sono le possibili soluzioni? “Per risolvere questi problemi – sostiene Claudia Vassena - bisogna incentivare le donne a un corso di studio diverso. L’altissima percentuale di donne laureate in matematica o fisica dimostra che non c’è un gap culturale tra uomini e donne. Se invece andiamo a vedere le laureate in ingegneria o informatica c’è un mondo decisamente più maschile. È un tema culturale, bisogna incoraggiare le donne, sin da ragazze, a intraprendere quelle facoltà che permettono di accedere a determinati mondi o determinati lavori”.
Essenziale partire dalla scuola e dalla famiglia. “Si parla tanto dell’ora di educazione civica a scuola, è importante sottolineare che anche sapere cos’è un conto corrente è educazione civica. Ma bisogna partire anche dalle famiglie. La paghetta della figlia femmina, per parità di età e competenza, è inferiore a quella del figlio maschio. Se una ragazza cresce con questa convinzione e accetta che il fratello abbia denaro in più rispetto a lei, da adulta penserà che sia normale che il suo collega uomo abbia il 30% in più di stipendio. La scuola e la famiglia possono interrompere questo circuito, andando a spiegare l’importanza di strumenti come il conto corrente o un piano risparmio per realizzare un progetto futuro”.
Cos’è cambiato nelle aziende? “Le aziende nel passato hanno comunicato molto al segmento maschile – conclude Vassena - Anche perché una volta c’erano soprattutto uomini in ufficio e l’azienda aveva dei connotati molto maschili. Io, invece, faccio delle scelte condizionate molto più dal segmento femminile per proporre la diversità nelle aziende e avviare campagne pubblicitarie che possano rappresentare l’intero portafoglio e non solo un tipo di clientela. Una delle nostre iniziative è il progetto “Morgana” con Michela Murgia e Chiara Tagliaferri, un podcast sull’empowerment femminile, per parlare con voci di donne di storie di donne, spiegando che i grandi personaggi della finanza non sono solo uomini. Inoltre, ai nostri clienti uomini, ribadiamo che c’è tanto e, ad esempio, suggeriamo di aiutare le loro compagne ad avere un proprio conto corrente affinché possano sentirsi economicamente indipendente”.

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undefined - Matteo Arpe: “Sono i giovani i più interessati all’educazione finanziaria”

Matteo Arpe: “Sono i giovani i più interessati all’educazione finanziaria”

“Si è molto abbassata la soglia di età in cui vi può essere interesse ad avere un patrimonio conoscitivo utile per approcciare con sicurezza ai mercati. Oggi sono soprattutto i giovani i più interessati all’educazione finanziaria, per capire meglio il valore del risparmio e quindi la capacità di accumulare per costruire”. Così Matteo Arpe, amministratore delegato di Tinaba, ospite di “Educazione finanziaria: partire dalle basi”, un podcast di Fortune Italia, in collaborazione con Bitpanda.
Matteo Arpe, che è anche fondatore del Gruppo Sator, oltre ad essere un manager con profonda esperienza bancaria, ha specificato come oggi gli utenti che vogliono alfabetizzarsi finanziariamente più di altri, “sono le persone che iniziano ad investire e a sottoscrivere piani di accumulo, anche con pochi soldi, ma che vogliono costruire un piccolo portafogli di investimento. I giovani, soprattutto, vogliono avere la possibilità di decidere in maggiore autonomia”. E allora l’educazione finanziaria gioca qui un ruolo fondamentale perché diventa la leva fondamentale per allineare le conoscenze.
Per Arpe “è profondamente cambiata sia l’offerta del mondo fintech che la domanda del pubblico, soprattutto quello più giovane che vuole essere consapevole delle proprie azioni, e quindi c’è una grandissima richiesta di conoscenza”. Sono inoltre cambiate le modalità e le tecniche con cui si parla con la clientela: “Noi di Tinaba facciamo educazione finanziaria attraverso un blog dove cerchiamo di presentare, in modalità didascalica, cosa sono gli investimenti, dare un’informativa dei rischi e delle opportunità che ci sono nel mondo finanziario, ma anche consentire di comprendere il valore del risparmio”.

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