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Educazione Finanziaria - Elena Bonetti: Finanza ad armi pari

Elena Bonetti: Finanza ad armi pari

12/20/21 • 16 min

Educazione Finanziaria
“L’educazione finanziaria è un tema strategico non solo per il Paese di oggi, ma soprattutto per il Paese di domani”. A dichiararlo è stata Elena Bonetti, Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, ospite di “Educazione finanziaria: partire dalle basi” un podcast di Fortune Italia, in collaborazione con Bitpanda.
“Il gap di competenze finanziarie tra donne e uomini – ha spiegato la ministra Bonetti - è causa ed effetto della conseguenza della scarsa partecipazione delle donne al mondo del lavoro, ma non è certo l’educazione finanziaria che ha creato disparità di genere. Anzi, il gap è effetto di una disparità di genere ampia e pervasiva in tutti i settori della nostra società. Una disuguaglianza che non possiamo più permetterci di accettare e che deve essere superata. Ogni fattore di disuguaglianza, specialmente quello di genere, è un ostacolo per lo sviluppo economico, sociale, finanziario e democratico della comunità”.
Nel corso dell’intervista la ministra Bonetti ha sottolineato che “questo Governo ha imposto un cambio di passo nel Paese mettendo in campo politiche attive per una sempre maggior partecipazione delle donne al mondo del lavoro, quali ad esempio quelle finalizzate alla decontribuzione del lavoro femminile, ad agevolare il rientro delle donne dopo la maternità e a certificare la parità di genere nelle imprese al fine di garantire pari opportunità di accesso al mondo del lavoro e nella realizzazione della carriera”.
Tra i temi trattati dalla ministra Bonetti c’è stata anche la “Strategia Nazionale per la parità di genere” che, ha spiegato Bonetti, “ha obiettivi chiari che si rivolgono a colmare molteplici asimmetrie”. In primis quelle che derivano dal percorso formativo ed educativo. “Le bambine – ha spiegato la ministra Elena Bonetti - sono escluse, a causa di un processo di stereotipo culturale, dagli studi delle materie finanziarie o delle facoltà STEM che, in modo del tutto obsoleto e inappropriato, vedono le donne meno partecipanti o meno portate. Uno stereotipo che crea disparità e che fa credere che le bambine siano meno portate verso la matematica: una delle materie fondamentali per entrare nel campo della finanza”.
Occhi puntati, quindi, verso il mondo dell’istruzione. “Noi vogliamo colmare questo gap innovando anche i metodi didattici per superare quegli Unconscious Bias (“pregiudizi impliciti”, ndr) che gli stessi metodi didattici inseriscono. Pensiamo ai libri di testo o ai percorsi curriculari, fin dalla scuola primaria o dell’infanzia. I nuovi progetti del PNRR vanno verso l’introduzione della matematica come materia di base per i bambini più piccoli, con un approccio di parità di genere e di promozione per una maggiore partecipazione femminile”.
C’è poi il tema del lavoro. “Una donna che entra nel mondo del lavoro si può trovare svantaggiata rispetto a un collega maschio - ha affermato la ministra Bonetti – Ecco perché stiamo promuovendo politiche che, da un lato, si rivolgono alla promozione dell’equal pay fra donne e uomini, e dall’altro vanno a sostenere le donne nella formazione e riqualificazione delle competenze anche al rientro dalla maternità, considerato che la carriera interrotta è uno dei limiti nel percorso di professionalità e di carriera delle donne”. Capitolo a parte per l’imprenditoria femminile, che Bonetti considera “un tema strategico” spiegando che “il fondo inserito nel PNRR da 400 milioni di euro guarda anche al mondo dell’imprenditorialità femminile”.
Nel corso dell’intervista, la ministra Bonetti ha anche affrontato il tema dell’indipendenza economica delle donne. “La lotta alla violenza economica è uno degli assi strategici del nuovo piano nazionale di contrasto alla violenza maschile contro le donne, perché abbiamo rilevato che la mancanza di indipendenza delle donne nei confronti dell’uomo maltrattante è una delle principali cause che ostacolano la denuncia e ostacolano anche una prospettiva di fiducia delle donne nel chiedere aiuto per uscire dal contesto violento nel quale si trovano spesso come vittime. È per questo che dobbiamo portare avanti un percorso di empowerment economico delle donne e fornire loro strumenti che le sostengano nel riacquisire un’indipendenza finanziaria ed economica nei confronti dell’uomo maltrattante per loro e per i loro figli”.
“Il reddito di libertà e il microcredito di libertà – ha proseguito la ministra Bonetti - hanno due caratteristiche principali: danno sostegno alle donne che si trovano in condizioni di dipendenza economica e di bisogno economico. In particolare, il reddito di libertà consiste in un assegno di 400 ero al mese per 12 mensilità, rilasciato dall’Inps su segnalazione dei centri antiviolenza in accordo con i servizi sociali del Comune. È un intervento che ha avuto un finanziamento da 7 milioni di euro, ma che vogliamo rendere strutturale e ulteriormente finanziato con la Legge di Bilancio. Uno strumento proattivo, economico e immediato che permette alle donne di aff...
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“L’educazione finanziaria è un tema strategico non solo per il Paese di oggi, ma soprattutto per il Paese di domani”. A dichiararlo è stata Elena Bonetti, Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, ospite di “Educazione finanziaria: partire dalle basi” un podcast di Fortune Italia, in collaborazione con Bitpanda.
“Il gap di competenze finanziarie tra donne e uomini – ha spiegato la ministra Bonetti - è causa ed effetto della conseguenza della scarsa partecipazione delle donne al mondo del lavoro, ma non è certo l’educazione finanziaria che ha creato disparità di genere. Anzi, il gap è effetto di una disparità di genere ampia e pervasiva in tutti i settori della nostra società. Una disuguaglianza che non possiamo più permetterci di accettare e che deve essere superata. Ogni fattore di disuguaglianza, specialmente quello di genere, è un ostacolo per lo sviluppo economico, sociale, finanziario e democratico della comunità”.
Nel corso dell’intervista la ministra Bonetti ha sottolineato che “questo Governo ha imposto un cambio di passo nel Paese mettendo in campo politiche attive per una sempre maggior partecipazione delle donne al mondo del lavoro, quali ad esempio quelle finalizzate alla decontribuzione del lavoro femminile, ad agevolare il rientro delle donne dopo la maternità e a certificare la parità di genere nelle imprese al fine di garantire pari opportunità di accesso al mondo del lavoro e nella realizzazione della carriera”.
Tra i temi trattati dalla ministra Bonetti c’è stata anche la “Strategia Nazionale per la parità di genere” che, ha spiegato Bonetti, “ha obiettivi chiari che si rivolgono a colmare molteplici asimmetrie”. In primis quelle che derivano dal percorso formativo ed educativo. “Le bambine – ha spiegato la ministra Elena Bonetti - sono escluse, a causa di un processo di stereotipo culturale, dagli studi delle materie finanziarie o delle facoltà STEM che, in modo del tutto obsoleto e inappropriato, vedono le donne meno partecipanti o meno portate. Uno stereotipo che crea disparità e che fa credere che le bambine siano meno portate verso la matematica: una delle materie fondamentali per entrare nel campo della finanza”.
Occhi puntati, quindi, verso il mondo dell’istruzione. “Noi vogliamo colmare questo gap innovando anche i metodi didattici per superare quegli Unconscious Bias (“pregiudizi impliciti”, ndr) che gli stessi metodi didattici inseriscono. Pensiamo ai libri di testo o ai percorsi curriculari, fin dalla scuola primaria o dell’infanzia. I nuovi progetti del PNRR vanno verso l’introduzione della matematica come materia di base per i bambini più piccoli, con un approccio di parità di genere e di promozione per una maggiore partecipazione femminile”.
C’è poi il tema del lavoro. “Una donna che entra nel mondo del lavoro si può trovare svantaggiata rispetto a un collega maschio - ha affermato la ministra Bonetti – Ecco perché stiamo promuovendo politiche che, da un lato, si rivolgono alla promozione dell’equal pay fra donne e uomini, e dall’altro vanno a sostenere le donne nella formazione e riqualificazione delle competenze anche al rientro dalla maternità, considerato che la carriera interrotta è uno dei limiti nel percorso di professionalità e di carriera delle donne”. Capitolo a parte per l’imprenditoria femminile, che Bonetti considera “un tema strategico” spiegando che “il fondo inserito nel PNRR da 400 milioni di euro guarda anche al mondo dell’imprenditorialità femminile”.
Nel corso dell’intervista, la ministra Bonetti ha anche affrontato il tema dell’indipendenza economica delle donne. “La lotta alla violenza economica è uno degli assi strategici del nuovo piano nazionale di contrasto alla violenza maschile contro le donne, perché abbiamo rilevato che la mancanza di indipendenza delle donne nei confronti dell’uomo maltrattante è una delle principali cause che ostacolano la denuncia e ostacolano anche una prospettiva di fiducia delle donne nel chiedere aiuto per uscire dal contesto violento nel quale si trovano spesso come vittime. È per questo che dobbiamo portare avanti un percorso di empowerment economico delle donne e fornire loro strumenti che le sostengano nel riacquisire un’indipendenza finanziaria ed economica nei confronti dell’uomo maltrattante per loro e per i loro figli”.
“Il reddito di libertà e il microcredito di libertà – ha proseguito la ministra Bonetti - hanno due caratteristiche principali: danno sostegno alle donne che si trovano in condizioni di dipendenza economica e di bisogno economico. In particolare, il reddito di libertà consiste in un assegno di 400 ero al mese per 12 mensilità, rilasciato dall’Inps su segnalazione dei centri antiviolenza in accordo con i servizi sociali del Comune. È un intervento che ha avuto un finanziamento da 7 milioni di euro, ma che vogliamo rendere strutturale e ulteriormente finanziato con la Legge di Bilancio. Uno strumento proattivo, economico e immediato che permette alle donne di aff...

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undefined - Annamaria Lusardi: Perché dobbiamo occuparci dei nostri soldi

Annamaria Lusardi: Perché dobbiamo occuparci dei nostri soldi

Quanto incidono le conoscenze finanziarie sulla qualità della vita delle persone? Lo abbiamo chiesto ad Annamaria Lusardi, professoressa alla George Washington University Business School; fondatrice e direttrice, sempre negli Stati Uniti, di un centro di ricerca sull’alfabetizzazione finanziaria e direttrice del Comitato interministeriale per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria istituito nel 2017. L’intervento della professoressa Lusardi ha inaugurato “Educazione finanziaria: partire dalle basi” un podcast di Fortune Italia, in collaborazione con Bitpanda.
Secondo la professoressa Lusardi le conoscenze finanziarie sono molto collegate alla qualità della vita. Chi ha maggiori conoscenze finanziarie, infatti, soffre meno di “ansia finanziaria”: uno stato di malessere determinato dal fatto che non ci occupiamo delle nostre finanze o che non ci sentiamo abbastanza preparati per occuparcene.
“La finanza è per tutti, non solo per i ricchi – ha spiegato la professoressa Annamaria Lusardi – È molto importante seguire un po’ di regole quando pensiamo ai nostri risparmi. La prima regola è dedicare un po’ di tempo, anche 10-15 minuti alla settimana, per prenderci cura delle nostre finanze, anche se non abbiamo alcun risparmio. Poi bisogna capire quali sono le nostre entrate e le nostre uscite, ciò che possediamo e gli eventuali debiti da fronteggiare, per darci degli obiettivi di risparmio. Molto spesso il risparmio è il residuo, quello che resta tra le entrate e le uscite. Invece deve essere un obiettivo: dobbiamo decidere come risparmiare e come possiamo riallocare il nostro risparmio, ovvero come investire. Le persone pensano che sia molto difficile investire, ma non è così”.
Sulle marcate differenze di genere che caratterizzano il livello di alfabetizzazione finanziaria in Italia, la professoressa Lusardi ha invitato le donne a occuparsi “maggiormente delle loro finanze, facendosi aiutare anche da qualche amico o da un consulente finanziario al quale porre tutte le domande necessarie”.
E i giovani? “I giovani che hanno più conoscenze finanziarie sono quelli che vengono da famiglie ricche o da genitori che hanno la laurea – ha spiegato Lusardi – Occorre, quindi, un cambio culturale. La finanza è parte integrante delle nostre vite. Credo che sia essenziale renderla una materia obbligatoria a scuola, altrimenti l’accesso resterà solo appannaggio delle classi privilegiate. Tutti devono avere gli strumenti per capire il mondo intorno a loro e prendere buone decisioni finanziarie. Non può essere più un privilegio di pochi”

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undefined - Antonio Valitutti: La Banca del Futuro

Antonio Valitutti: La Banca del Futuro

“In Italia abbiamo un’opportunità straordinaria: possiamo fare un salto generazionale e passare dai pagamenti in contanti a pagamenti più evoluti. Abbiamo, in un certo senso, un vantaggio rispetto a quei Paesi dove l’abitudine di pagare con la carta è ben distribuita tra la popolazione”. Ne è convinto Antonio Valitutti, CEO di Hype, la challenger bank italiana presente sul mercato dal 2015, che è stato ospite di “Educazione finanziaria: partire dalle basi” un podcast di Fortune Italia, in collaborazione con Bitpanda.
“Nei primi 11 mesi di quest’anno -ha spiegato Valitutti - siamo cresciuti, rispetto agli anni precedenti, di oltre il 50% nelle transazioni elettroniche. A questo ha contribuito il cashback di Stato, che ha creato un’abitudine e un’esigenza. Rispetto agli anni pre-pandemia, infatti, la percentuale di clienti over 50 che si sono rivolti a noi per avere una carta o uno strumento di pagamento evoluto è cresciuta di oltre il 40% e nel momento in cui il cashback è finito non si è tornati alla situazione pregressa, ma si è mantenuta la stessa soglia di adozione”.
Nel percorso che sta portando alla definizione della “banca del futuro” ci si interroga spesso se il mondo finanziario sia più democratico o più competitivo e se gli utenti si stiano muovendo con maggiore facilità o con più timore. “Se riusciamo a far collaborare realtà più tradizionali e più consolidate, più brave a costruire prodotti di credito o di investimento – ha spiegato Valitutti - con realtà più innovative che sono più brave a creare una customer experience e a semplificare l’esperienza di uso del cliente, allora abbiamo fatto bingo. Le challenger bank sono diventate una realtà e le new bank hanno mantenuto la promessa di semplificare un’offerta, che viene sempre vista come complessa, costosa o burocratica, come qualcosa che è alla portata di tutti con una semplice app”.
“Una parte importante della nostra vita - ha proseguito Valitutti - è la gestione dei nostri risparmi e delle nostre finanze. Creare un’app che crei del valore ai clienti e unisca la creazione del valore con il concetto di semplificazione, è la ricetta vincente”.
Ma quanto incide sugli italiani il timore che i propri soldi non siano al sicuro? E come possiamo incrementare le nostre conoscenze in ambito di cybersecurity? Secondo Valitutti “i giovani di oggi hanno un gap da colmare sulla sicurezza del proprio denaro”. Ma c’è un dato positivo: gli italiani possiedono, in media, più di 1 smartphone a testa. “Bisogna superare la differenza tra mettere i soldi nello smartphone e gestirli dallo smartphone – ha proseguito il CEO di Hype - Nel momento in cui usiamo i social stiamo già condividendo informazioni e dati personali che sono più preziosi dei nostri soldi, quindi stiamo già dando tutto allo smartphone. Dargli anche la gestione dei nostri soldi è una prosecuzione di un atto di fiducia in cui ho già dato più dell’80% della mia vita quotidiana”. Una menzione speciale va agli under 18. “Il loro è un approccio sano all’utilizzo dello smartphone della gestione finanziaria – ha concluso Valitutti - Nel nostro milione e mezzo di clienti, in Italia, ci sono circa 100 mila giovani tra i 12 e i 18 anni che risparmiano meglio e che fanno un uso più consapevole e più intensivo dello smartphone”.

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