
Tutta Colpa Dell’eskimo: Omicidio Brasili In Via Mascagni
12/04/20 • -1 min
Episodio precedente

Quei Due Colpi Di Pistola A Piazza Cavour
Nel 1975 le strade di Milano continuavano ad essere palcoscenico di numerose manifestazioni. In particolare, il 16 aprile di quell’anno i militanti di estrema sinistra rivendicavano il diritto alla casa e tutto, durante la manifestazione, sembrava stare filando liscio. Fu al termine del corteo che un gruppo di militanti antifascisti incontrò tre esponenti del FUAN e MSI all’altezza di Piazza Cavour e non si trattennero dall’aggredirli. Due di loro riuscirono a fuggire, il terzo, Antonio Braggion, si rifugiò nella sua sua macchina. Aggredito a colpi di spranga e chiave inglese, tirò fuori la sua pistola detenuta illegalmente e sparò due colpi, uno dei quali uccise colpendo in pieno volto Claudio Varalli, militante del Movimento lavoratori per il socialismo. Braggion si costituì dopo una lunga militanza, non si sentì mai colpevole e si appellò sempre alla legittima difesa. A seguito di questa vicenda furono numerosi gli scontri che si susseguirono nelle piazze e che videro fronteggiarsi con violenza le due estreme fazioni politiche. In una di queste occasioni, a perdere la vita fu così anche Giannino Zibecchi, militante del Coordinamento dei comitati antifascisti, morto schiacciato da un autocarro della polizia durante una manifestazione. Nel 1982 la Corte di Cassazione dichiarò prescritto il reato di eccesso colposo di legittima difesa imputato a Braggion, mentre la sua detenzione illegale di arma da fuoco venne coperta dal condono. Nessuno mai pagò invece per la morte di Giannino Zibecchi.
Episodio successivo

Quel Piccolo Corpo In Via Depretis
Questa è la storia di quella che inizialmente fu un’amicizia, ma che presto si trasformò in una tragica vicenda di sangue e violenza carnale. Roberto Auglia, bambino introverso e spesso escluso dai suoi coetanei, si trovava in ospedale per una banalità: una verruca da bruciare che lo costrinse a qualche giorno di letto in corsia. Fu qui che conobbe Giulio Collalto, di qualche anno più grande e con alle spalle un’infanzia davvero difficile. Giulio era stato abbandonato dalla madre e passò parte della sua giovane età in un istituto di suore dove subì ogni genere di violenze fisiche e psicologiche. Ferite profonde che lo condussero più volte in reparto psichiatrico. Fu proprio in uno dei suoi ricoveri che incontrò il piccolo Roberto. I due strinsero amicizia e, una volta dimessi, cominciarono a vedersi nella modesta casa del più piccolo in via Depretis. Instabile mentalmente e represso sessualmente, in uno dei loro incontri, Collalto cercò di abusare del piccolo, il quale rifiutò le avance dell’amico. Un rifiuto che gli costò la morte: Roberto venne soffocato con un cuscino e, una volta morto, spostato in cucina dove Collalto inscenò il suo suicidio. Il piccolo fu trovato con il capo poggiato sui fornelli del gas e, prima dell’autopsia, nessuno immaginava la realtà dei fatti. Fu anche grazie alla madre di Robertino che gli inquirenti riuscirono a risalire a Giulio Collalto che venne in seguito arrestato e dichiarato insano di mente. Ritenuto non pericoloso, Collalto fu però rilasciato dopo poco tempo. Un errore fatale che costò la vita a un secondo bambino di appena 7 anni. Collalto replicò sulla sua seconda vittima quanto perpetrato su Roberto Auglia: soffocò il piccolo, strangolandolo con rabbia e con forza. Arrestato immediatamente, stavolta Collalto non tardò a confessare e il 4 dicembre 1981 venne definitivamente condannato all’ergastolo.
Se ti piace questo episodio, amerai
Commenti episodio
Genera un badge
Ottieni un badge per il tuo sito web che rimanda a questo episode
<a href="https://goodpods.com/podcasts/milano-noir-341070/tutta-colpa-delleskimo-omicidio-brasili-in-via-mascagni-49650116"> <img src="https://storage.googleapis.com/goodpods-images-bucket/badges/generic-badge-1.svg" alt="listen to tutta colpa dell’eskimo: omicidio brasili in via mascagni on goodpods" style="width: 225px" /> </a>
Copia